Michela Deriu, una barista 22enne di Porto Torres (Sassari), si è suicidata lo scorso 4 novembre a La Maddalena. Adesso, a distanza di quasi un anno, Roberto Perantoni (29 anni) e Mirko Campus (24 anni) verranno sottoposti a processo con l'accusa di diffamazione aggravata e morte come conseguenza di altro reato. I due ragazzi saranno processati nell'udienza preliminare il prossimo 27 febbraio presso il Tribunale di Porto Torres.

Il ricatto dei due ragazzi a Michela

Stando alle informazioni raccolte dagli inquirenti, si pensa che Roberto Perantoni e Mirko Campus abbiano minacciato la giovane barista di diffondere sul web un video durante un rapporto sessuale.

Per la paura e la vergogna seguita alla diffusione delle immagini a sfondo sessuale, Michela si sarebbe impiccata la notte del 4 novembre presso l'abitazione nella quale viveva, ovvero la casa di un'amica che le aveva dato riparo dopo che alcune immagini avevano iniziato a circolare sul web. Ad inchiodare i dure ragazzi ci sarebbero inoltre due fogli di carta, ritrovati presso l'abitazione dell'amica, nei quali Michela aveva scritto di essere stata 'ricattata per un vecchio filmato'. Gli inquirenti sostengono inoltre che il video sarebbe stato girato senza il suo consenso per ricattare la 22enne, poi morta suicida.

Immagini private diffuse sul web

L'inchiesta della Procura di Sassari è partita successivamente ad una denuncia alquanto dubbia presentata dalla stessa Michela il giorno precedente al decesso.

La giovane barista aveva dichiarato alle autorità di aver subito una rapina il 31 ottobre. Oltre allo scippo la ventiduenne ha riferito inoltre di essere stata narcotizzata e probabilmente picchiata, visto l'ematoma che sosteneva di avere in fronte. L'esposto è stato completato con la denuncia del furto di 1000 euro dalla propria borsa: 600 di soldi personali mentre 400 erano i compensi delle mance che Michela doveva spartirsi con i colleghi del bar.

Questa versione è stata esposta dalla ragazza nella denuncia ma chi ha raccolto la deposizione sin dai primi istanti pare abbia capito che quanto da lei affermato non corrispondeva a verità. I mille euro scomparsi erano infatti la prima parte di denaro che i ricattatori avevano estorto a Michela.

Il caso della povera Michela ricorda altri avvenuti in questi ultimi anni, su tutti quello di Tiziana Cantone, suicidatasi dopo che alcuni suoi video intimi a sfondo sessuale erano finiti sul web contro la sua volontà.