Carlo Martelli, un medico di 69 anni, nel tardo pomeriggio di sabato è stato aggredito insieme alla moglie Niva Bazzan e al figlio disabile da un gruppo di quattro banditi. Un'aggressione efferata quella della banda che, considerata la resistenza posta dalla famiglia, ha tagliato il lobo della signora Niva per convincere il signor Carlo, il chirurgo fondatore dell'associazione per disabili Anfass, a 'sganciare' il bottino. I quattro hanno inoltre aggredito anche lo stesso medico a colpi di pugni e calci poiché egli non voleva indicare loro il luogo dove si trovava la cassaforte, che in realtà in casa non era presente.
Nessuna aggressione fortunatamente al figlio disabile che non è stato sfiorato dalla banda di malviventi nonostante la sua stanza sia stata messa a soqquadro nel tentativo di trovare qualcosa di valore. A termine del blitz i ladri son riusciti a portare via carte di credito e bancomat prelevando quanto più possibile.
Carlo racconta la drammatica esperienza
'E meno male che adesso siamo qui a raccontarlo, perché a un certo punto ho pensato che ci avrebbero ammazzato', ha raccontato il signor Carlo Martelli dall'ospedale di Lanciano, dov'è attualmente ricoverato nel reparto di chirurgia. L'uomo alla stampa ha avuto modo di rivelare che ha sentito parlare solo uno degli uomini, con un perfetto italiano, mentre gli altri non hanno proferito parola.
Il medico ha inoltre riferito che la banda aveva ai piedi delle scarpe alquanto costose.
Altro dettaglio curioso della vicenda è quello riguardante una proposta fatta durante l'agguato da uno dei malviventi alla donna: l'uomo le ha offerto un bicchiere d'acqua. Subito dopo, uno dei ladri ha minacciato il signor Carlo di indicargli il luogo della cassaforte se non voleva che alla moglie fosse tagliato un orecchio.
'Noi una cassaforte non l'abbiamo mai avuta', ha confessato il chirurgo che ha dunque raccontato come i ladri abbiano rispettato la minaccia non avendo pietà della moglie tagliandole un lobo.
Martelli non comprerà un'arma
Carto Martelli ha però tirato un sospiro di sollievo quando ha visto che il figlio Stefano non era stato toccato.
Detto ciò, la vittima ha raccontato inoltre che il gruppo si è convinto dell'assenza della cassaforte e a quel punto ha chiesto alla coppia le loro carte di credito con tanto di bancomat. Una parte del gruppo è andata così in banca a prelevare mentre uno di loro è rimasto a fare da palo: i tre avevano infatti minacciato Carlo e Niva di tagliare loro anche gli altri lobi se in banca non avessero trovato denaro disponibile. Alla fine, dopo aver agguantato quanto più possibile, i quattro si sono allontanati.
In ultima analisi il signor Carlo ha confessato che, nonostante la brutale rapina, non comprerà mai una pistola poiché non è nella sua indole uccidere qualcuno, anche per difesa.