Polemiche in corso dopo la puntata di ieri sera, domenica 7 ottobre, della trasmissione satirica 'Le Iene', in onda sulla rete Mediaset Italia Uno. Il servizio del giornalista Matteo Viviani racconta una possibile truffa concernente i contatori del gas delle normali utenze domestiche, che potrebbe riguardare milioni e milioni di consumatori italiani. Un difetto tecnologico dei misuratori elettronici di consumo del gas di casa, infatti, rischierebbe di far segnalare al contatore un quantitativo di gas superiore all'effettivo consumo.
I contatori difettosi
Il malfunzionamento riguarderebbe i nuovi contatori del gas, quelli digitali, per intenderci, che registrerebbero consumi del prezioso minerale, sebbene non venga effettivamente consumato. A segnalare la possibile truffa alle telecamere de 'Le Iene' è stato un sedicente impiegato di una delle più grandi società di distribuzione del gas sul territorio nazionale italiano. Nel servizio, Matteo Viviani mostra un contatore realizzato in Romania che addebita consumi, nonostante non passi un filo di gas. Nel video si vede chiaramente come il congegno elettronico, ogni due minuti e mezzo circa, scali l'ultima cifra dei decimali dei metri cubi di gas consumato, sebbene non collegato ad alcuna tubazione.
La possibile truffa
Il sospetto di una possibile truffa è sorto in seguito a numerosissime segnalazioni giunte da soggetti privati che hanno notato come, dopo la sostituzione del vecchio contatore col nuovo, vi sia stato un esponenziale incremento dei consumi di gas rispetto ai mesi precedenti. Nel video de 'Le Iene', si nota palesemente come in circa 35 minuti il contatore passa da 0,714 a 0,724, sebbene il contatore sia staccato da ogni condotta e/o gasdotto.
Un centesimo di metro cubo in poco più di mezz'ora. Considerando che generalmente un metro cubo di gas, tra tasse e imposte varie, costa circa un euro. Questo significa che, se il contatore visto nel servizio fosse installato nelle nostre case, pagheremmo quasi 15,00 euro in più al mese per un consumo di gas in realtà mai usato.
Da questa anomalia del sistema di misurazione ci guadagnerebbero un po' tutti: a partire dalle aziende di distribuzione del prezioso gas fino alle società di produzione dei contatori, e perfino lo Stato, dato che sul quantitativo consumato l'utente paga le tasse. Attenzione, dunque, perché di contatori difettosi in giro ve ne potrebbero essere tantissimi.