Don Biancalani è stato denunciato, forse da uno dei protagonisti della foto “incriminata”, per via del conteso post sui social che ritraeva i migranti ospitati mentre si godevano un momento di relax in piscina. Una doccia fredda per il prete toscano simbolo dell'accoglienza e della battaglia contro la linea di “tolleranza zero” del ministro dell'Interno Salvini, quest'ultimo chiamato più volte in causa dal parroco di Pistoia come “nemico” pubblico insieme ai “razzisti” sparsi per tutta Italia. Sono passati 13 mesi dal giorno della pubblicazione su Facebook delle immagini “della discordia” del gruppo di richiedenti asilo intenti a farsi un bagno rilassante all'interno di una struttura scelta dal prelato per far trascorrere qualche ora di svago ai ragazzi africani definiti dallo stesso autore del contenuto “la mia patria” in contrapposizione ai sostenitori (tra i quali il leader della Lega, allora all'opposizione) della politica delle frontiere chiuse.

Don Biancalani, denuncia per foto con i migranti

Dall'agosto del 2017, quando apparvero online su iniziativa del sacerdote anti-Salvini gli scatti degli immigrati in acqua, ad oggi il caso sembrava ormai archiviato: ma di qualche ora fa è la notizia della denuncia raccolta dalla Questura di Pistoia nei confronti di Massimo Biancalani, proprio per le foto dell'estate scorsa. Nel corso di una conferenza stampa in difesa del sindaco di Riace Domenico Lucano arrestato per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e irregolarità negli appalti sul sistema di raccolta dei rifiuti, il religioso responsabile del centro per profughi di Vicofaro (PI) ha rivelato ieri ai giornalisti la notizia, sostenendo di essere al centro di una vicenda ancora tutta da chiarire "perché chi opera nell'accoglienza finisce per pagare".

Migranti in piscina, denunciato don Biancalani

Secondo quanto rivelato dai quotidiani che hanno seguito la vicenda, alla base del caso che potrebbe culminare in problemi legali per l'involontario protagonista c'è probabilmente un errore di valutazione del diritto alla privacy e di altre conseguenze legate alla diffusione di materiale sensibile riguardante persone bisognose di “sicurezza” in quanto oggetto di “minacce e persecuzioni” dalle quali sarebbero fuggiti nei Paesi d'origine.

La denuncia risalirebbe allo scorso inverno ma il don ha ritenuto necessario comunicare solo negli ultimi giorni la notizia, per mostrare solidarietà al sindaco di Riace Mimmo Lucano.

“Le autorità”, aggiunge il giornale diretto da Maurizio Belpietro, “non si muovono spontaneamente” e quindi potrebbero essere stati proprio alcuni degli stranieri a sporgere denuncia alle autorità italiane (passando per il Garante responsabile della protezione dei dati personali), in virtù della mancata richiesta di autorizzazione alla pubblicazione delle immagini ad opera di don Massimo.