Quello della nave Aquarius, e del presunto traffico di rifiuti infetti, è una faccenda che non è certamente destinata a placarsi nell'immediato. Sono tanti i porti italiani finiti sotto la lente di ingrandimento dei finanzieri, tra cui anche quello di Brindisi, in Puglia. Il porto adriatico avrebbe più volte infatti ospitato la nave dopo operazioni di soccorso.

Aquarius ormeggiata più volte a Sant'Apollinare

Secondo quanto si apprende dai colleghi della testata giornalistica on-line brindisina, Senza Colonne, che ha riportato la notizia, la nave della Ong Aquarius, che batteva bandiera panamense, avrebbe ormeggiato più volte alla banchina di Sant'Apollinare, proprio nel porto di Brindisi.

Attualmente la nave si trova sotto sequestro nel porto di Marsiglia. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori catanesi, e come riportavamo anche nelle scorse ore sulle nostre pagine on-line, i rifiuti considerati pericolosi, poiché possibile volano di malattie quali HIV e tubercolosi, venivano smaltiti come normali rifiuti nelle discariche di tutta Italia. Poiché spesso e volentieri si trattava di materiale sanitario, e addirittura di indumenti che i migranti avevano con se al momento del salvataggio, i rifiuti dovevano essere classificati come "speciali". La società Msf respinge categoricamente le accuse rivolte alla stessa, ed è disposta a collaborare con le Autorità per chiarire la sua posizione.

Inoltre, a detta dei responsabili di Msf e Aquarius, tali accuse farebbero parte di un accanimento ingiustificato nei confronti della stessa Ong. Dopo la notizia il vicepremier Matteo Salvini, ha scritto un tweet con la quale ribadisce il concetto che i porti italiani, alla luce di questo ennesimo episodio, dovrebbero rimanere chiusi a tali associazioni.

Sono 24 le persone indagate

L'indagine avviata dalla Guardia di Finanza di Catania ha previsto intercettazioni ambientali e telefoniche. Sono 24 le persone indagate, a vario titolo, per aver smaltito tali rifiuti pericolosi con modalità non consone a quelle previste dalle legge. Oltre al porto di Brindisi, i traffici illeciti sarebbero avvenuti in 11 porti italiani, come ad esempio in quelli di Trapani, Pozzallo, Napoli e Salerno. Una vicenda che ha scosso l'opinione pubblica italiana. Inoltre il gip di Catania ha concluso che, "la libera disponibilità della motonave possa aggravare o protrarre la conseguenza del reato".