Un weekend che ha messo letteralmente in ginocchio la nostra penisola e che ha purtroppo causato la morte di diverse persone. In particolare, la Sicilia è stata la regione più colpita dal maltempo. Ad esempio, nel piccolo comune di Casteldaccia, in provincia di Palermo, si è consumata una vera e propria tragedia famigliare: nove persone sono rimaste uccise dall'innalzamento improvviso dell'acqua che ha letteralmente intrappolato le vittime all'interno di una villetta provocandogli la morte. Tra le vittime anche tre bambini, due di uno e tre anni, e uno appena adolescente.
Secondo quanto riferisce il quotidiano Il Mattino, infatti, Federico e Rachele Giordano e il loro cuginetto Francesco Rughoo, sono le tre vittime innocenti di quella che è stata una disgrazia.
Dramma a Casteldaccia: tra le vittime del maltempo anche tre bambini
La più piccolina, Rachele, aveva appena un anno di età ed ha perso la vita assieme alla mamma Stefania. Il fratellino più grande, invece, Federico, non ha avuto miglior sorte ed è deceduto insieme a loro dopo aver tentato strenuamente di salvare la propria sorellina tenendola in braccio sul letto dell'abitazione di Casteldaccia. Purtroppo, neanche Federico è riuscito a salvarsi. Chi è sopravvissuto alla tragedia è soltanto il padre Giuseppe, rimasto attaccato ad un albero posto al di fuori della casa.
Nel dramma causato dal maltempo, ha purtroppo perso la vita anche il piccolo Francesco di appena tre anni, il cuginetto delle altre due vittime, morto assieme alla mamma e alla nonna.
In Sicilia, però, le vittime sono addirittura dodici e proprio per questa ragione il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è intervenuto per mostrare solidarietà ai cittadini dell'isola, spiegando che nelle ore successive al dramma, i militari italiani si sono impegnati come volontari per soccorrere quei territori che sono stati investiti dal maltempo.
Dopodiché ha voluto dedicare un momento ai familiari delle vittime, alle quali ha espresso tutta la sua solidarietà e vicinanza. All'indomani della tragedia, però, sotto accusa c'è l'abusivismo, perché l'abitazione dove sono morte le nove persone si trova a meno di trecento metri dal fiume Milicia e dal 2018 pendeva un ordine di demolizione che però è stato impugnato dai proprietari dell'immobile davanti al Tar. Dopo il ricorso, però, non si è saputo più nulla e per questa ragione la demolizione non è stata più effettuata.