marco carta non finisce di far parlare di sé. Dopo la rivelazione della sua omosessualità, avvenuta qualche giorno fa nel corso di Domenica Live, oggi il cantante di origini sarde, già vincitore di Amici e di Sanremo, rilascia un’intervista al Corriere della Sera dove, oltre a raccontare alcuni particolari della sua giovinezza, dichiara di volere assolutamente avere dei figli, ma solo se potesse avere la possibilità di adottarli. Carta, infatti, considera “inumana” la pratica dell’utero in affitto (vietata al momento in Italia così come l’adozione per i gay).
Una posizione abbastanza scomoda, destinata ad attirarsi critiche bipartisan, sia dalla comunità lgbt, sia da quella dei cosiddetti ‘benpensanti’.
L’intervista di Carta al Corriere della Sera: ‘Se sarò omosessuale non avrò figli’
Intervistato da Candida Morvillo, Marco Carta racconta quasi in lacrime alcuni episodi della sua infanzia e giovinezza. Ricorda quando, all’età di 10 anni, morì la madre, dopo che due anni prima anche il padre se ne era andato. Per lui a quel punto iniziò una nuova vita in una “famiglia meravigliosa”, quella degli zii Sabrina e Carlo. Diventato adolescente, il cantante ora 33enne ebbe anche “due fidanzatine”, ma il suo pensiero fisso, confessa, già allora era: “Se sarò omosessuale non avrò figli” e non potrò farmi una famiglia.
‘Io figli ne avrò’
L’intervistatrice fa poi notare a Marco Carta che attualmente, in Italia, le coppie formate da persone omosessuali non possono né adottare bambini, né tantomeno affidarsi alla pratica dell’utero in affitto, anche in quei Paesi dove è legale. Ma lui risponde con decisione asserendo che “non ci sono possibilità che rinunci” e facendosi una promessa: “Io figli ne avrò”.
Comunque sia, il cantante sardo rifiuta l’ipotesi di andarsene all’estero per servirsi di un utero in affitto. “Non voglio un ‘Cartino’ col mio Dna - si sfoga allora - credo che l’utero in affitto sia inumano, sia un traffico”. A questo proposito ricorda la sua storia personale, cresciuto in una “famiglia stupenda” anche se non con i suoi genitori naturali.
Insomma, la sua convinzione è quella di lottare con tutte le sue forze affinché l’adozione sia concessa alle “persone come me”, ovvero agli omosessuali. Secondo lui, infine, il fatto che un bambino cresca senza una madre non rappresenta un problema perché non si diventa automaticamente omosessuali in quel caso. E la sua vita lo dimostra.