È polemica a Milano su alcuni cartelloni pubblicitari ritraenti una donna in lingerie e provocante, vicino a un contenitore di olio per i motori. Tali réclame sono state ritenute volgari e sessiste da molti e, alla fine, l'amministrazione comunale ha deciso di farle rimuovere. Nelle ultime ore è partita la rimozione dei cartelloni in numerose zone delle periferie milanesi, come Lambrate e Forlanini. Cartelloni pubblicitari simili erano stati affissi anche a Palermo, facendo sussultare molti cittadini. Alcuni avevano addirittura scritto 'Basta' sulle réclame.

Milano, la rapida iniziativa della De Marchi

Milano come Palermo, stesse pubblicità e stesso malcontento. Quei cartelloni pubblicitari con la donna in lingerie, in una posa ammiccante, è stata ritenuta sessista e volgare dalle associazioni che monitorano i contenuti machisti nelle pubblicità. La protesta è scoppiata anche sui social. Diverse segnalazioni sono pervenute a Diana De Marchi (Pd), che immediatamente ha promosso un'iniziativa mirata alla rimozione di quei cartelloni. Le immagini, secondo la consigliera, sono "volgari e allusive". Ora la dem dice di voler scoprire chi ha deciso di apporre tali réclame. La concessionaria avrebbe già ricevuto l'ordine di rimuovere le pubblicità perché violano il regolamento sulle affissioni pubbliche, regolamento che non consente di divulgare immagini o scritte "di carattere sessista e discriminatorio".

Il dissenso dell'associazione lap

Un episodio simile era già accaduto l'anno scorso, quando erano stati affissi cartelloni pubblicitari di un brand di oggetti di oreficeria. La De Marchi ha precisato che si è arrivati alla rimozione non solo grazie alla segnalazione del Comune ma anche quella dell'associazione lap. Il regolamento sulle pubblicità volgari e a carattere sessista era stato varato cinque anni fa dalla Giunta Pisapia, dopo un ampio dialogo con gli specialisti della comunicazione in commissione Pari opportunità.

A differenza da Palermo, dove ad attivarsi per la rimozione delle pubblicità erano stati i cittadini, a Milano le prime a muoversi sono state le associazioni che operano nel campo della parità di genere. Post decisamente polemici erano stati pubblicati sul gruppo "La pubblicità sessista offende tutti". Qualcuno, ironicamente, si era complimentato col Comune di Milano, evidenziando che pubblicitari e aziende possono affiggere tali réclame poiché c'è qualcuno che fornisce le concessioni.