Tutto è partito da un video postato sul canale Twitter NBC News, dove un inviato che si trovava sulla linea di confine tra Messico e Stati Uniti, ha ripreso dei bambini migranti che nel mostrare le braccia hanno rivelato questi inquietanti segni.

Perché i bambini migranti vengono "marchiati"?

Non è chiaro quale fosse lo scopo di questa azione compiuta dai funzionari messicani, ma la vista di quei numeri in serie riporta indietro lo spettatore di almeno 70 anni, quando in una delle epoche più buie della nostra storia, durante il regime Nazista, agli ebrei veniva marchiato il braccio per essere smistati nei vari campi di concentramento e successivamente spersonalizzati della loro identità.

All’indomani di questi terribili avvenimenti, questi simboli tatuati divennero emblema degli orrori che gli ebrei dovettero sopportare durante la Seconda Guerra Mondiale.

Nella sezione dei commenti relativi al video infatti, non sono in pochi quelli che, esprimendo orrore per la scena vista, hanno fatto lo stesso parallelismo.

Da dove arrivano i bambini migranti?

I bambini migranti probabilmente fanno parte di una piccola comunità di guatemaltechi, che si è spostata dalle terre native per sfuggire alla deforestazione incombente. Sempre più territori sono infatti strappati ai contadini per far spazio alle piantagioni di palma. Considerando che quasi l’80% della popolazione indigena del Guatemala è povera e vive di agricoltura, non sono in pochi quelli che hanno deciso, seppur con timore, di abbandonare le loro terre, vendere i piccoli appezzamenti di terreno di proprietà e provare a lasciare il paese cercando di arrivare negli Stati uniti alla ricerca di una vita migliore, spesso purtroppo rimanendo vittima dei trafficanti di esseri umani.

Molti di loro, a detta del sindaco di San Antonio de Cortez, Cesar Castro, saranno catturati e riportati a casa, privati ormai dei loro beni.

Colpiscono però i numeri record dei genitori che viaggiano con bambini, solo lo scorso novembre sono stati registrati addirittura 25.172 passaggi di “componenti di nuclei familiari”. I migranti con figli hanno maggiori probabilità di essere rilasciati dalle autorità americane a causa delle restrizioni legali sulla detenzione di un minore, e questo ne incentiva la partenza.

Purtroppo non sempre si avvera questa ipotesi, come può testimoniare Nery Caal, papà di Jakelin, una bambina di soli 7 anni che, dopo essere stata colpita da una febbre improvvisa mentre era sotto la custodia degli agenti di frontiera degli Stati uniti, è successivamente stata ricoverata in un ospedale di El Paso, nel quale sfortunatamente è morta due giorni dopo.