C’è mancato poco che il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, e le numerose persone che lo contestavano venissero alle mani. La scena da saloon che stiamo per raccontare si è svolta ieri mattina nel capoluogo milanese, più precisamente in piazza Angilberto II, quartiere Corvetto. A fronteggiarsi, da una parte, come detto, il primo cittadino meneghino in quota Pd, dall’altra alcuni rappresentanti di diverse sigle di estrema sinistra, i cosiddetti antagonisti, insieme a residenti della zona. Questi ultimi protestavano contro l’arresto, avvenuto poco tempo fa, di alcuni attivisti del Comitato di quartiere Giambellino-Lorenteggio, altra storica zona popolare di Milano, con l’accusa di gestire una sorta di racket delle occupazioni abusive delle case popolari.
Ma anche contro i, secondo loro, troppi sgomberi di famiglie povere effettuati dalle forze dell’ordine.
Insulti, minacce e sputi in direzione di Giuseppe Sala
“Sala te ne devi andare, te ne devi andare”, urla un manifestante nel megafono rivolto al sindaco Giuseppe Sala, arrivato in piazza Angilberto II a Milano attorniato da una piccola schiera di ‘guardie del corpo’ e di giornalisti. “Devi tornare nella tua casa affittata in centro”, prosegue ad insultarlo la voce gracchiante e metallizzata, “tornatene nella tua casa di lusso con i tuoi amici del Pd”. A quel punto, però, una persona di una certa età, non identificata, toglie il megafono dalla bocca di quello che viene considerato un disturbatore e si scatena la bagarre.
La risposta di Sala: ‘Non ho paura di voi, venite qui’
“Deve lasciare questo quartiere perché pezzi di mer*a come lui devono andare via”, grida un altro giovane, barbuto, allampanato e arrabbiato. Giuseppe Sala in un primo momento cerca di mantenere una calma olimpica, continuando a discutere amabilmente e a bassa voce con una signora anziana ma molto arzilla.
Intanto intorno a lui è l’inferno. “Vai via”, “Infame”, “Non ti vogliamo, questo quartiere non ti vuole”, continua ad urlare la gente, tenuta a bada con fatica dai pochi agenti di polizia presenti. L’aggressione verbale prosegue e un ragazzo incappucciato lo accusa di avere paura e di andare via con gli “sbirri”. “Non ho certo paura”, lo affronta allora Sala che, con una mano, mima chiaramente il gesto poco elegante di ‘venite qui’. Ma le forze dell’ordine, incalzate dalla rabbia degli abitanti, decidono di scortarlo al più presto lontano.