Non aveva retto alla visione su Facebook delle fotografie dell'ex moglie con il nuovo compagno. Così, benché fossero ormai separati da sei anni, ha deciso di vendicarsi accecato dalla gelosia. E' questo il movente che ha spinto Francesco Privitera, muratore di 58 anni, ad ammazzare la sua ex coniuge Rosaria Parrisi, di sessant'anni, davanti alla sua abitazione di Giarre in provincia di Catania. L’ennesimo femminicidio ha avuto luogo nella mattinata di venerdì 28 dicembre, verso le 8:30. L’uomo si è appostato davanti all'uscio dell'abitazione: così, quando la vittima è uscita per andare a lavorare come badante presso una famiglia, ha iniziato ad insultarla.

La donna ha tentato di allontanarsi, ma è stata inseguita e uccisa con diversi colpi di pistola dall'ex marito.

Il ferimento dell'omicida, in circostanze ancora non del tutto chiare

La vittima sarebbe morta sul colpo, raggiunta da almeno sei proiettili. Secondo i racconti della stampa locale, alla scena avrebbero assistito anche altre persone, tra cui un parente della donna, prontamente intervenuto per cercare di disarmare l’omicida.

Non è chiaro cosa sia avvenuto in quel frangente: probabilmente l’assassino ha puntato la pistola verso di sé ed ha fatto fuoco per togliersi la vita, mentre i presenti tentavano di levargliela di mano. Oppure, secondo un’altra possibile ricostruzione, un colpo fatale sarebbe partito involontariamente durante la colluttazione, ferendo gravemente Privitera.

In quegli stessi concitati momenti sono giunti sul posto i mezzi del 118, insieme ai carabinieri del nucleo radiomobile di Giarre, per prestare i primi soccorsi all'uomo e constatare l’avvenuto decesso della sua ex moglie.

La morte dell'assassino dopo la disperata corsa in ospedale

Il 58enne è stato trasportato con un elicottero all'ospedale Cannizzaro di Catania: l’uomo, in codice rosso, è stato sottoposto ad un disperato intervento chirurgico, ma le sue condizioni sono apparse da subito gravissime.

Infatti, dopo poco tempo, è morto anche lui.

La coppia aveva due figli ormai grandi, un maschio ed una femmina, mentre la donna aveva avuto anche un terzo figlio dal suo precedente matrimonio.

Chiarito l’assurdo movente del delitto, adesso gli inquirenti – coordinati dalla procura di Catania – cercano di ricostruire la dinamica del ferimento dell'omicida, per capire se si tratti di suicidio, come sembra, o di disgrazia.

A tal riguardo sono intervenuti sulla scena del crimine gli uomini della Sezione scientifica investigativa di Catania per eseguire i rilievi sul posto. Ulteriori risposte potrà darle nelle prossime ore il medico legale a cui è stata affidata l’autopsia delle due vittime.