Continuano senza sosta le ricerche delle due gemelline. Polizia fluviale, vigili del fuoco, volontari della protezione civile sono al lavoro: perlustrano il Tevere alla ricerca dei corpicini di Sara e Benedetta Di Pasquo, le piccole di sei mesi scomparse dopo il suicidio della loro mamma, Pina Orlando, di 38 anni.

La vicenda ha sconvolto il Molise e l'Italia intera: lo scorso 20 dicembre alle sei e 15 di mattina, la donna, originaria di Agnone, è uscita con le piccole dalla casa romana in cui viveva con il marito, per poi lanciarsi da ponte Testaccio.

Non c'è alcuna prova che le abbia gettate nel fiume prima di uccidersi.

D'altra parte, le piccole non sono state trovate in nessun centro di accoglienza, né in un cassonetto della zona, in un anfratto o su una banchina. Per questo, gli inquirenti ipotizzano che abbiano condiviso la sorte materna e, trascorsa più di una settimana, viene ancora scandagliato il Tevere, specie nella zona della foce, a Fiumicino.

Gemelline, dove potrebbero essere

Il corpo della neomamma è stato recuperato lo stesso giorno della sciagura, giovedì 20 dicembre, dopo qualche ora dal suicidio, all'altezza di ponte Marconi, trascinato dalle correnti a circa due chilometri di distanza dal ponte Testaccio da cui si era gettata.

Delle gemelline, invece, nessuna traccia: potrebbero essere state a loro volta trasportate fino alla foce del Tevere.

Le ricerche delle piccoline non sono mai state interrotte, anche in questi giorni di feste natalizie. I vigili del fuoco hanno usato anche uno strumento molto sofisticato, una sorta di ecografo che perlustra tutto ciò che si trova sott'acqua fornendo immagini in tempo reale, ma finora senza risultati perché le acque limacciose e scure del fiume non aiutano.

Le temperature rigide e le correnti fredde potrebbero aver spinto i corpicini sul fondo. Se così fosse, affiorerebbero solo se le temperature si alzassero. Proprio come capitò nel caso del piccolo Claudio: gettato dal padre a soi 16 mesi nel Tevere nel 2012, fu recuperato alla foce del fiume dopo due mesi.

Tevere, falsi avvistamenti

Nei giorni scorsi, c'erano stati due falsi avvistamenti che per un momento avevano acceso le speranze dei soccorritori: le telecamere dell'elicottero della polizia avevano fissato qualcosa che faceva pensare a corpicini. In particolare, un fagotto bianco lungo una settantina di centimetri. Ma i sommozzatori intervenuti a recuperarlo, hanno poi appurato che si trattava di stracci e rifiuti assemblati dalla corrente.

Dalle immagini di telecamere comunali che hanno ripreso la mamma quasi nei suoi ultimi momenti di vita, non è chiaro se la donna portasse in braccio le bimbe. Un testimone oculare sostiene che quando Pina si è lasciata cadere non avesse le bambine. Il fiume però continua ad essere scandagliato avanti e indietro incessantemente: con perlustrazione visiva, con il sonar per i fondali, e dall'alto per mezzo di elicottero.

Gemelline, nate con gravi disabilità

Dopo il parto, Pina Orlando è stata devastata da un'immane tragedia. Dopo la sciagura del 20 dicembre, si era saputo che la donna desiderava tanto avere dei figli. Solo in seguito a una fecondazione assistita era rimasta incinta di tre gemelle e lo scorso 24 agosto aveva partorito: una era morta alla nascita.

Ma questo non era l'unico elemento tragico: nei giorni scorsi è emerso che le due gemelle superstiti erano nate con gravi disabilità. Una di tipo motorio, al punto che sarebbe stata costretta a vita su una sedia a rotelle. L'altra, invece, era cieca. Questi dati di realtà avrebbero portato la mamma a una condizione ingestibile di angoscia fino alla scelta del gesto estremo. Il giorno prima avevano comprato le tutine. Alle tre di notte l'ultima poppata, poi il buio.