Di lui non si sa nulla: non ha nome, né documenti. L’uomo è ricoverato da tre anni in stato di incoscienza presso l’ospedale di Cittadella, nel padovano. Nessuno è mai stato vicino a lui, perché nemmeno un famigliare si è mai fatto vivo per chiedere notizie, né tantomeno ha denunciato la sua scomparsa. L’uomo, dopo una grave emorragia cerebrale, era finito al pronto soccorso del San Bartolo a Vicenza. Data la gravità del suo quadro clinico, dopo poco è stato trasportato nella struttura di Cittadella dove si trova da tre anni, senza aver mai preso conoscenza e reagito agli stimoli.

Ed in tutto questo tempo nessuno ha saputo fornire notizie sull’identità del paziente in coma, che presto dovrà lasciare il nosocomio, per essere ricoverato in un’altra struttura specializzata nelle lungodegenze.

Chi è l’uomo misterioso

Come ha scritto il Mattino di Padova, che ha dato la notizia, si conosce davvero poco dell’uomo misterioso: di sicuro è di origine asiatica, probabilmente cinese, e sembra avere un’età di circa cinquant’anni. Non risulta iscritto all’anagrafe: questo fa pensare che molto probabilmente l’uomo non fosse in regola e si trovasse in Italia senza documenti. Ma risulta strano che nessun amico asiatico o collega di lavoro ne abbia reclamato la scomparsa in tutto questo tempo.

Per riuscire a gestire questa complessa situazione, l’Usl 6 Euganea si è trovata costretta a nominare due settimane fa un tutore che ha iniziato la sua attività di ricerca, per dare una risposta al giallo sull’identità del paziente. Sarà necessario anche creare un tavolo di collaborazione con le autorità cinesi per capire se qualcuno dall’altra parte del mondo stia ricercando un congiunto scomparso in Italia.

Una complicata trafila burocratica da superare

Come detto, presto l’uomo dovrà essere dimesso dall’ospedale di Cittadella e trasferito in un’altra struttura sanitaria. Si è valutata l'ipotesi di rimpatrio, ma al momento appare davvero difficile un ritorno in Cina, viste le difficoltà burocratiche relative a questioni simili.

Per non parlare dei costi: per legge questi dovrebbero essere a carico del Paese d’origine.

L’immigrato irregolare è ad oggi classificato come “straniero temporaneamente presente” in Itala: in questi casi di solito si crea una lunga catena per i pagamenti. Infatti la struttura sanitaria inoltra la fattura della prestazione medica alla prefettura, che a sua volta la gira al ministero dell'Interno, che, infine, presenta una domanda di rimborso ai rappresentanti dello Stato da cui proviene il migrante. Un’operazione alquanto lunga e difficile per le complicate trafile burocratiche da superare.

Il paziente ha naturalmente ricevuto tutta l’assistenza necessaria, nel rispetto dell’inviolabile principio del diritto alle cure per ogni essere umano. Ma fa impressione pensare che in Cina probabilmente c’è qualcuno che vorrebbe riabbracciarlo, ma non ha più sue notizie da tre anni.