A volte la natura non lascia scampo, è inerme l’uomo di fronte al suo manifestarsi nelle forme più catastrofiche. In Indonesia spesso questo si verifica con effetti devastanti. Sulle isole di Giava e Sumatra il 22 dicembre scorso si è abbattuto uno tsunami di enormi proporzioni. Sono morte 281 persone, più di 1.000 sono rimaste ferite e decine di altre disperse. A differenza di tante altre volte, non ci sono state avvisaglie che potessero far presagire l’arrivo dell’onda anomala. Le rilevazioni satellitari hanno fatto ipotizzare che ingenti masse di detriti si siano staccate dal fianco ovest–sudovest del vulcano Anak Krakatoa.

Questo impatto avrebbe portato alla nascita dello tsunami, giunto sulla costa circa 24 minuti dopo. Da diverso tempo gli abitanti del luogo si erano accorti della ripresa attività del vulcano. Il cratere spesso fumava, qualche eruzione scuoteva la terra.

I danni ingenti dell'onda anomala: uno scenario catastrofico

L’arrivo dell’onda ha distrutto centinaia di edifici, scaraventato veicoli e divelto alberi. Alcuni resort sono stati spazzati via, come il Tanjung Lesung Beach. In quest’ultimo, nel momento in cui lo tsunami si è abbattuto sulla costa, si stava tenendo un concerto: l’acqua ha travolto tutti i presenti. Si parla di 500 edifici distrutti, 9 hotel, 60 ristoranti e 350 barche. Le vittime umane, invece, dovrebbero essere per la maggior parte indonesiane.

Le perdite più sostanziose si sono registrate sulla sponda di Giava, nel distretto Pandenglang. Questo è un periodo di alto turismo, a ridosso di un ponte di quattro giorni, e le spiagge sono gremite di persone in cerca di relax e divertimento.

I soccorsi continuano: la promessa del capo dello Stato

Le autorità hanno invitato tutti a rimanere lontani dalle spiagge: non si esclude che il vulcano, di nuovo in fermento il 23 dicembre, possa di nuovo provocare tsunami.

I soccorritori sono impegnati ancora nelle operazioni di recupero e salvataggio. Queste attività, però, sono complicate dalla situazione in cui versa al momento la costa: aree isolate e quindi inaccessibili, le strade sono distrutte e impraticabili. I centri per gli evacuati sono pieni, molti abitanti hanno perso l’unica attività posseduta.

Il capo dello Stato indonesiano Joko Widodo ha sottolineato la sua vicinanza alle vittime, ribadendo il massimo impegno nelle operazioni di soccorso e di prevenzione nei confronti di catastrofi naturali di tale portata.