Nella chiesa Bethel, a L'Aja in Olanda, dal 26 ottobre e più precisamente dalle ore 13.30, è iniziata una messa no stop che va avanti da ormai quasi 1300 ore. Il motivo è legato all'urgenza di proteggere una famiglia di origini armene fuggita nel 2010 e rifugiatasi in Olanda dopo aver ottenuto asilo, ma alla quale non è mai stato concesso lo status di asilo politico completo poichè il governo olandese, dopo 9 anni, ha esaurito la quota massima di rifugiati.

400 pastori coinvolti nella messa no stop

Sasun e Anousche Tamrazyan sono due genitori che, insieme ai loro 3 figli si sono rivolti alla comunità protestante di cui fanno parte.

In Olanda li hanno cresciuti e li hanno fatti studiare ma ora rischiano l'espulsione. Proprio nel tentativo di vanificare questa possibilità sono stati tutti ospitati nei locali immediatamente adiacenti alla chiesa, successivamente sono state recuperate le liturgie degli ultimi 10 anni, sono state rilegate tutte assieme e alle ore 13.30 del 26 ottobre è iniziata una messa da "Guinness".

La decisione, che può sembrare di poca rilevanza, ne ha invece moltissima, poichè una legge olandese del 2010 vieta alle forze dell’ordine di violare uno spazio "destinato a riunioni religiose o riflessive di natura filosofica, durante la riunione di culto o di riflessione". A sostegno del sacerdote molti colleghi sono arrivati nella piccola comunità per alternarsi durante le liturgie.

Come riferito dalla CBC, sono circa 400 pastori volontari che si sono prestati per mantere attivo 24 ore su 24 il servizio di messa.

Raccolte firme per impedire l'espulsione della famiglia armena

Anche sul fronte politico si muove qualcosa: il Consiglio delle Chiese, presieduto da Dirk Gubbe, ha scritto una lettera al primo ministro Mark Rutte e al ministro della giustizia Mark Harbers chiedendo l'attuazione dell' Accordo per l'amnistia dei bambini, una specie di "grazia" che è possibile concedere a tutti i minori che risiedono nel paese da più di 5 anni.

Purtroppo sono pochissime le domande accolte ecco spiegato il motivo di questa forma di protezione all'interno di un edificio religioso.

La notizia ha toccato i cuori di molti: non sono in pochi ad attrezzarsi per partecipare a questa gara di solidarietà per assistere al rito. Inoltre la settimana scorsa è stata lanciata una raccolta firme per portare il caso in Parlamento che ha raggiunto in breve quota 250.000 adesioni.