Prosegue la manifestazione di protesta, a Sassari, degli ex lavoratori della vigilanza ospedaliera. I 50 dipendenti dallo scorso 5 dicembre hanno iniziato un presidio diurno culminato con quello permanente che va avanti da ormai cinque notti.
Stefano Maiore, portavoce della vigilanza ospedaliera
Stefano Maiore è diventato un simbolo del presidio permanente, diventando portavoce dei lavoratori della vigilanza ospedaliera. Affabile e disponibile, non nasconde il suo rammarico verso l'inerzia della politica.
“L'onorevole Antonello Peru è venuto a tarda notte per esprimerci la propria solidarietà e conforto rimanendo con noi qualche ora.
Mentre Gianfranco Ganau ha fatto alcuni passaggi, in piazza, ma alla fine la sua era una passerella politica. Non ha proposto niente di nuovo rispetto a quanto già si sapeva. Ha affermato di aver sentito l'Aou (Azienda Ospedaliera Universitaria) e ha confermato che si è svolto tutto in maniera regolare. Il fatto, però, che molte volte si affianchino i politici durante il giorno da alquanto fastidio perché poi è la notte quella che reca maggior sofferenza”.
'No alla strumentalizzazione politica'
Un vero e proprio atto d'accusa verso la politica e quanti, soprattutto in questo momento, stanno utilizzando la loro causa a fini propagandistici: “Siamo in campagna elettorale, poi a febbraio ci saranno le elezioni regionali.
Quindi – prosegue Maiore -, i politici un po' si vedono e un po' non si vedono. Si avvicinano, chiedono, qualcuno vuol fare un selfie, altri qualche intervista, ma sempre di giorno. Le persone si devono ricordare sempre. E' questo il messaggio che deve passare”.
'Vorremmo che il vescovo ci venisse a trovare'
Ma dalla politica alla religione, il passo è breve.
A parte la visita di padre Isidoro, frate cappuccino, la diocesi di Sassari, almeno per ora, non ha espresso pubblicamente solidarietà.
“Il vescovo, mons. Gianfranco Saba, mi piacerebbe che venisse a trovarci in piazza, almeno un'oretta giusto per capire la nostra condizione, il nostro malessere. E avere una parola buona, dal vescovo, potrebbe risollevare il morale di noi che stiamo fuori all'addiaccio giorno e notte”.
E prosegue: “Un'altra iniziativa che è venuta dal gruppo, sarebbe quella di aver la possibilità di celebrare la Messa di Natale tra le nostre tende. Avremmo questo piacere visto che ormai non molliamo la piazza. E' un qualcosa di veramente sentito. Tra l'altro siamo riusciti a contattare don Paolo Mulas, cappellano dell'Aou. Quindi a maggior forza e ragione avere un sacerdote che viene dal posto di lavoro che abbiamo perso, quello ci conforterebbe parecchio”.
Cristian Dessì: 'Senza stipendi, perseguitati dalle banche'
“Vorrei attirare l'attenzione sul fatto che a tanti nostri colleghi l'Azienda li ha ulteriormente inguaiati, poiché alcuni di noi avevano la cessione del quinto e prestiti, i quali venivano trattenuti dalla busta paga.
Ma questi non sono mai stati versati alle finanziarie o banche”, afferma Cristian Dessì, anche lui da giugno senza stipendio. E attacca senza mezzi termini: “Ci troviamo, oltre a non aver percepito i nostri compensi, anche ad aver maturato debiti con le banche che difatti ci stanno perseguitando”.
Massimiliano Martinelli: 'Il lavoro è un nostro diritto'
“Per ricollegarmi a quanto diceva il mio collega, o ormai ex collega visto che siamo tutti licenziati, viviamo una situazione drammatica. Anzi, doppiamente drammatica. Perché da una parte siamo in attesa, da mesi, degli stipendi arretrati, quindi non sappiamo come andare avanti. Dall'altra abbiamo il posto di lavoro che ci viene negato ingiustamente, in quanto aventi diritto”, afferma Massimiliano Martinelli, anch'esso esonerato da Aou e Ats.
E conclude: “Siamo stufi di ripeterlo, visto che lo sanno anche le pietre. Lo stesso sindaco, Nicola Sanna, ha affermato pubblicamente che i posti ci sono per noi. Chiediamo solo di essere reintegrati il più presto possibile perché non ce la facciamo più. Siamo stremati”.