Un metodo infallibile per sottrarre parte del denaro che i giocatori del Casinò di Venezia lasciavano come mancia. Ad escogitarlo sarebbe stata Rosanna Zanon, rappresentante sindacale del personale della casa da gioco. Tutto sarebbe cominciato in autunno quando la donna è stata trasferita, per un certo periodo, alla cassa delle slot machine. Proprio mentre era impegnata in questa mansione avrebbe ideato il modo più semplice per appropriarsi di un bel po’ di soldi senza farsi notare: bastava nascondere quanto ricevuto dai giocatori nella biancheria intima, ed in particolare nel reggiseno.

A denunciare alla direzione questo comportamento scorretto sarebbero stati gli stessi colleghi della dipendente, che è stata licenziata in tronco dopo che sono raccolte diverse prove contro di lei.

I filmati che hanno incastrato la dipendente del Casinò di Venezia

In particolare sarebbero stati i filmati delle telecamere di sicurezza ad incastrarla: infatti, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, la Zanon sarebbe stata ripresa proprio nel momento in cui si infilava dei soldi nel reggiseno.

Il meccanismo della truffa era piuttosto semplice: i clienti del Casinò si rivolgevano a lei per restituire le fiches e ritirare le vincite alle slot. Nella sua postazione esistevano due casse, quella ufficiale, assolutamente blindata ed una destinata a raccogliere tutte quelle mance lasciate da chi aveva avuto più fortuna.

Ed è proprio da quest’ultima, sottoposta a minori controlli, che la donna avrebbe sottratto il denaro.

La società che gestisce il Casinò, dopo aver ricevuto diverse segnalazioni, avrebbe svolto in modo riservato delle indagini interne, seguendo per un po’ la propria dipendente con le telecamere, alla ricerca di eventuali riscontri.

Il ricorso al Tribunale del lavoro

Lo scorso ottobre la Zanon sarebbe stata convocata dalla direzione per mostrarle le immagini. Da quel momento è partita la procedura disciplinare che ha portato al suo licenziamento.

La donna, come detto, è una rappresentante sindacale che, dopo aver militato nella Cgil, è stata tra i fondatori, un anno e mezzo fa, di una nuova sigla, la Siam.

Inoltre è stata candidata, senza successo, in una lista di sinistra alle elezioni comunali del 2017 a Mirano, paese nei dintorni di Venezia.

L’ormai ex dipendente del Casinò però nega tutti gli addebiti a suo carico, sostenendo che quei soldi le spettavano di diritto. Così ha deciso di fare ricorso al giudice del lavoro che dovrebbe pronunciarsi sulla correttezza delle procedure adottate e del licenziamento. La prima udienza del dibattimento sarà fissata nei prossimi giorni.