Nelle prime ore di ieri mattina i Carabinieri dei Nas di Udine, coadiuvati dagli ispettori per la repressione delle frodi, hanno effettuato controlli a tappeto in ben 50 distillerie e cantine di tutto il Nordest. L'operazione dei militari, intervenuti su richiesta della Procura di Pordenone, ha avuto l'obiettivo di contrastare il fenomeno delle frodi sui vini, in particolare riguardo le etichette dop o igp. Si è constatato infatti che numerosi prodotti vitivinicoli non avrebbero le caratteristiche indicate dalla legge per esporre i marchi di qualità.
Si tratta di vini molto pregiati. Per dovere di cronaca e completezza di informazione, l'indagine degli inquirenti non ha riguardato la commestibilità di tali prodotti, che sono assolutamente innocui per la salute, quanto l'esposizione proprio dei marchi in questione.
Altre cantine in diverse regioni finite nel mirino degli agenti
Non solo il Nordest, ma anche in numerose altre parti d'Italia i Carabinieri hanno eseguito i controlli sulle cantine. I militari sono entrati in azione anche a Reggio Emilia, a Firenze, e addirittura in Puglia, precisamente nella provincia di Bari. Le autorità specificano che questi accertamenti hanno l'obiettivo finale di acquisire elementi di prova su alcuni illeciti che sarebbero stati perpetrati soprattutto in una nota cantina di Pordenone.
Secondo quanto si apprende dalla stampa locale e nazionale, da qui sarebbero state immesse sul mercato italiano grandi quantità di Vino che non rispondeva alla legislazione vigente in materia di esposizione dei marchi che certificano l'Indicazione Geografica Protetta o della Denominazione di Origine Protetta. Nelle etichette inoltre, sempre secondo quanto riportato dai media, sarebbero state indicate varietà diverse dell'uva effettivamente utilizzata per la produzione dei prodotti e ben oltre i limiti di resa.
I viticoltori: 'Si chiarirà tutto'
Per il momento i viticoltori finiti al centro dell'inchiesta preferiscono non commentare l'accaduto, in quanto devono prendere visione per bene delle accuse mosse nei loro confronti. Gli stessi però si dicono fiduciosi che la questione sarà chiarita. Tutti gli indagati sarebbero residenti nella provincia di Pordenone, inoltre sotto inchiesta sono finite una cinquantina di persone, in particolare diversi di loro sono soci-coltivatori. Sicuramente nei prossimi giorni potrebbero emergere ulteriori particolari su questa delicata vicenda: le indagini comunque proseguono.