Chi è quell'uomo? Ma soprattutto, chi l’ha ucciso e l’ha seppellito in una fossa a pochi passi dal mare. In località 'Stamparogias', proprio dietro la Pineta Mugoni, nel parco naturale regionale di Porto Conte, ad Alghero. Lo scheletro, ritrovato per caso la scorsa mattina dagli agenti della sezione navale del Corpo Forestale e di vigilanza ambientale di Alghero, dai primi rilievi potrebbe appartenere ad un uomo di un’età compresa tra i 30 e 50 anni. E sarebbe lì da almeno vent'anni. Ora, dopo che il cadavere ieri mattina è stato rimosso su disposizione del procuratore della Repubblica di Sassari, Maurizio Musco, spetterà al medico legale Francesco Serra, che ha assistito al recupero, effettuare tutte le analisi all'interno dell’Istituto di Patologia forense di Sassari, dove saranno valutate tutte le ipotesi.
Stando alle prime indiscrezioni filtrate, lo scheletro, nonostante gli anni, sarebbe in buone condizioni. Sicuramente si potrebbe parlare di omicidio anche se, assicura il medico legale, a prima vista non ci sarebbero segni evidenti di violenza sul corpo. Il cranio, infatti, sembra intatto, così come le costole e anche altre parti del cadavere. Proprio per questo motivo, il mistero s’infittisce e soltanto esami approfonditi, in particolare sull'arcata dentaria, potranno datare i resti ritrovati dalla forestale nella Pineta Mugoni e spiegare in che maniera sia morto quell'uomo.
Il mistero si infittisce
E sono proprio questi i motivi per i quali la Procura della Repubblica di Sassari ha immediatamente aperto un’inchiesta per cercare di capire a chi appartenga quello scheletro.
Stabilire quali siano le cause del decesso e soprattutto cercare di individuare la persona, o le persone, che l’avrebbero prima ucciso e poi sepolto in un angolo remoto della Pineta Mugoni. Quello che più ha stupito gli investigatori della Forestale è il modo in cui lo scheletro è stato sistemato sotto terra. La fossa, infatti, sembra essere stata scavata in fretta, oltre ad essere insufficiente a contenere il corpo in maniera supina.
Ecco perché è stato ritrovato in una posizione praticamente fetale, rannicchiato e sistemato su di un lato. In più, particolare molto significativo, non sono state trovate tracce di indumenti da nessuna parte. Insomma quel corpo è stato seppellito nudo: un particolare che ha aggiunto ancora più mistero al ritrovamento e ha fatto avanzare anche diverse ipotesi.
Ad esempio si potrebbe pensare che l’uomo sia stato ucciso in un luogo diverso, denudato e poi seppellito nella pineta. Ma questa è una delle tante ipotesi che sono state formulate dagli investigatori. Soltanto gli esiti degli esami potranno dare qualche certezza.
L’intervento della Forestale
Spesso gli uomini del corpo Forestale e di vigilanza ambientale ricevono segnalazioni sul ritrovamento di ossa: 'Anche se nella maggior parte dei casi, fortunatamente - sottolineano gli investigatori – si tratta di resti di qualche animale deceduto o spesso anche di qualche ritrovamento storico'. Non questa volta però: 'In quest’occasione – spiegano – abbiamo immediatamente capito che si trattava di uno scheletro appartenente ad un essere umano'.
Probabilmente, a causa delle mareggiate, l’acqua del mare ha scavato una parete rocciosa, dove poi è apparso il corpo, contenuto in una sorta di fossa scavata in una parete verticale. Un luogo, tra l’altro, molto nascosto, che sarebbe dovuto essere sicuro e impossibile da scoprire. Dopo vent'anni, però, grazie anche agli agenti atmosferici, lo scheletro è riaffiorato dalla terra. E ora sarà compito degli inquirenti ricostruire quello che per ora viene definito un mistero.