Sono cinque le misure cautelari messe nere su bianco dalla Procura della Repubblica ed eseguite ieri mattina dai Carabinieri della Compagnia di Porto Torres, in collaborazione con i colleghi della stazione di Castelsardo. Tutto questo per una dose fatale di cocaina che – secondo quanto accertato dai Carabinieri – avrebbe portato alla morte per overdose Roberto Borrielli. Un 47enne di Castelsardo, trovato privo di vita lo scorso 2 luglio in un terreno abbandonato alla periferia del paese. Il principale imputato sarebbe Pietro Bianco, 55 anni, anche lui di Castelsardo, volto conosciuto alle forze dell’ordine per reati legati al mondo della droga, che secondo gli inquirenti avrebbe ceduto l’ultima e fatale dose di cocaina che avrebbe provocato la morte del 47enne.
L’uomo è stato arrestato ieri mattina, ora si trova ai domiciliari, ed insieme a lui nella rete degli abili investigatori dell’Arma sono finite anche altre quattro persone. A loro ieri mattina i carabinieri hanno notificato “l’obbligo di presentazione giornaliera alla polizia giudiziaria”, si legge nelle carte. Secondo l’accusa tutti e cinque sarebbero spacciatori abituali di cocaina ma anche metadone, in particolare nelle piazze di Castelsardo.
Indagini dei Carabinieri
E proprio dai luoghi frequentati dalla vittima e dai presunti spacciatori sono partite le indagini degli investigatori dei Carabinieri. In particolare dal luogo in cui era stato ritrovato Borrielli: un terreno abbandonato, da lui mai frequentato, che aveva fatto subito rizzare le antenne agli investigatori ma anche ai familiari della vittima che subito avevano pensato a qualcosa di strano.
Infatti tra le prime ipotesi venute alla luce c’era anche quella che il giovane fosse stato malmenato e poi abbandonato in quella zona periferica del paese. Dall'autopsia effettuata dal medico legale, infatti, era stato accertato che la morte di Roberto Borrielli era stata causata da “tossicosi acuta da assunzione di stupefacenti”, si legge nelle carte della perizia.
Per questo i Carabinieri della stazione di Castelsardo e i colleghi del nucleo operativo di Porto Torres – coordinati dal capitano Danilo Vinciguerra – avevano ben pensato di indagare sulle ultime ore di vita della vittima. Insomma volevano sapere chi il 47enne avesse incontrato prima di essere trovato morto.
Intercettazioni ambientali e telefoniche
I Carabinieri per cinque mesi hanno lavorato giorno e notte per far venire a galla la verità. Questo attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali che hanno permesso di far venire alla luce un florido mercato della droga nelle piazze di Castelsardo: soprattutto cocaina, eroina e metadone. Indagini che poi hanno portato ad indagare Pietro Bianco e altre quattro persone per spaccio: sono infatti tutti accusati di aver venduto notevoli quantità di sostanze stupefacenti nel periodo estivo. In particolare nei mesi di luglio, agosto e settembre del 2018. Durante le perquisizioni effettuate la scorsa mattina i Carabinieri hanno recuperato ancora droga, cocaina, ma anche circa 4500 euro in banconote di piccolo taglio che, secondo i militari, sarebbero il frutto della vendita della sostanza stupefacente.