È passato poco più di un mese da quando Arnaud Chulliat, dell'Università del Colorado Boulder, disse che "qualcosa di strano stava avvenendo in cima al mondo". Che il Polo Nord magnetico si sposti è una cosa del tutto naturale, ma non con i ritmi attuali, infatti, la sua accelerazione improvvisa ha costretto gli scienziati ad anticipare al 30 gennaio la presentazione del nuovo 'Modello magnetico globale', attesa per il 2020. Benché non ce ne accorgiamo, il 'World magnetic model' è molto importante per la vita di tutti i giorni, giacché è su quello che si basano i sistemi di navigazione come Google Maps.
Durante la conferenza si è anche discusso del perché lo spostamento abbia subito un'accelerazione e sono state avanzate due teorie.
Perché il Polo Nord magnetico sta cambiando
Il Polo Nord magnetico si sta spostando sempre più velocemente verso la Russia. A metà dell'anno scorso la sua velocità era meno di 30 chilometri al giorno che producevano uno slittamento di circa 12 chilometri l'anno. Nel corso degli anni '90 lo spostamento del Polo ha avuto un'accelerazione arrivando a circa 55 chilometri l'anno.
Phil Livermore, un geofisico che lavora per l'Università di Leeds, ha detto che qualcosa di anomalo sta succedendo a latitudini elevate. All'American Geophysical Union lo scienziato avanzò una sua teoria descrivendo le recenti "stranezze" riscontrate come un “braccio di ferro” del campo magnetico terrestre.
Il Polo Nord magnetico sembrerebbe essere controllato da altre due sezioni di campo magnetico, una posta sotto il Canada del nord e l'altra al di sotto della Siberia, in Russia. La parte del Canada è sempre stata la più forte dal punto di vista magnetico, ma oggi le cose starebbero cambiando velocemente. Ma a cosa è dovuto tutto questo?
Getti nel nucleo e inversione dei poli
Una delle teorie è che un getto di ferro fuso al centro della Terra si stia spostando, indebolendo poco alla volta il campo magnetico presente al di sotto del Canada. Un'altra teoria vede in atto un'inversione dei poli. Le rocce ci raccontano che cose del genere sono avvenute molte volte durante la storia geologica terrestre.
L'inversione ha luogo una volta ogni 200mila-300mila anni circa. Ciaran Beggan, un geofisico che lavora al BGS, sottolinea che però quello che sta accadendo non deve farcene temere una imminente.
I problemi legati all'inversione sarebbero lo spostamento e lo scorretto funzionamento di bussole e navigatori, che dovrebbero essere ricalibrati (cosa che si è fatta durante la conferenza fornendo un nuovo modello) e la caduta provvisoria dello scudo terrestre che ci esporrebbe totalmente al flusso di particelle cariche di vento solare, dannose per l'uomo e altri animali. In ogni caso Geoff Reeves, un ricercatore che lavora per il Los Alamos National Lab, afferma che l'unica cosa che sappiamo con certezza è che lo spostamento è scientificamente "entusiasmante".