Promessa mantenuta, le affermazioni fatte in passato del Ministro dell’Interno Matteo Salvini erano ben chiare. E, come annunciato, è iniziato oggi il trasferimento degli stranieri alloggiati nel Cara di Mineo, vicino a Catania. Si tratta dei primi 50 migranti, persone adulte, maschi e senza figli, che sono stati destinati ai centri di assistenza di Ragusa, Trapani e Siracusa. Le famiglie con minori, le madri con i rispettivi figli e le persone con problemi di salute, per il momento, resteranno ospitate nella struttura. L’operazione incominciata oggi prelude la chiusura definitiva del Cara di Mineo, che dovrebbe avvenire entro quest’anno.
Attualmente il centro ospita 1244 migranti, da domani si raggiungerà la soglia di 1200 persone, numero che permetterà al Governo e al gestore del Centro di rescindere il contratto senza penali da pagare.
Dopo Castelnuovo di Porto, una chiusura già annunciata
La chiusura del Cara di Mineo era già stata annunciata da tempo e segue quella del centro di Castelnuovo di Porto (vicino a Roma) cominciata nei giorni scorsi. L’operazione ha comprensibilmente allarmato i 220 dipendenti del Cara e il relativo indotto lavorativo. A oggi sono 170 quelli che hanno perso il posto e si prevedono in futuro ulteriori licenziamenti. Francesco Magnano, Direttore del Cara, ha affermato di condividere la scelta del Governo, ricordando come dal 2014 al 2017 - anni dell’apertura senza limiti dei porti - sono state più di 15000 le persone morte in mare.
Una strage che deve finire, perciò chiudere i porti diventa una misura necessaria, soprattutto se obbligherà Francia e Germania a trattare con l’Europa in merito all’accoglienza dei migranti.
Il Sindaco di Mineo chiede un riconoscimento economico
Diverse invece sono state le esternazioni di Giuseppe Mistretta, sindaco di Mineo, il quale chiede al Governo un riconoscimento, anche economico, che deve essere destinato al territorio.
Il Sindaco riferisce di una zona pesantemente violentata dall’istituzione del centro e dei molti sacrifici fatti per ospitare il Cara. Inoltre ricorda come nel patto di sicurezza, redatto dall’allora Ministro Roberto Maroni, si diceva che andava ricompensata l’economia tradizionale eventualmente danneggiata dai centri di accoglienza. A questo proposito, dichiara Giuseppe Mistretta: "Vorrei sapere se il Ministro Salvini manterrà questi impegni, sia sul piano economico che della sicurezza del nostro territorio."