Siamo nel 2019, in un Paese che ama ritenersi moderno e con pari opportunità per uomini e donne. Eppure, il miglior modo per sminuire il parere di una donna è sempre quello di umiliarla con volgari riferimenti al sesso e alla morale sessuale della donna. Questo becero comportamento ha colpito di recente un personaggio conosciuto come la cantante Emma Marrone, ma non ne sono risparmiate donne lontane dai riflettori come Martina Mondini.
Salvini: la diretta su cui i cyber-bulli si sono scatenati
Giorni fa il ministro degli interni Matteo Salvini ha condiviso sul suo profilo Facebook una diretta con il programma di Massimo Giletti Non è l'arena.
Salvini è intervenuto su svariate questioni, come la protesta dei pastori sardi e l'immancabile tema dell'immigrazione.
Al minuto 36:45 il ministro ha poi mostrato un rosario che gli è stato regalato da una signora in Sardegna come 'portafortuna'. Salvini ha poi proseguito dicendo che lui agisce "in difesa dei bambini africani che hanno il diritto di crescere nei propri Paesi senza attraversare il diserto e dei bambini italiani, i cui papà hanno diritto ad avere un posto di lavoro prima che arrivi qualcuno domani a portarglielo via". Su quest'ultima affermazione è intervenuta Martina Mondini, operatrice nel centro di accoglienza del comune di Stradella, vicino Pavia, con un commento in cui invitava Salvini a sciacquarsi la bocca.
Sessismo e razzismo ai tempi di Facebook
I toni delle risposte sono stati assolutamente più accesi e di tipo diverso. La ragazza ha come immagine del profilo una foto di lei con un ragazzo di colore, il suo fidanzato. Gli utenti hanno subito deciso di insultarla in modo pesante. La ragazza ha fatto gli screen di alcuni commenti, oscurandone i nomi (come la privacy impone).
Purtroppo il contenuto è stato recentemente oscurato da Facebook e pertanto non è più possibile leggerlo.
C'è chi le ha dato dell'inutile e le ha consigliato di occuparsi della irregolarità del suo ragazzo, altri di trasferirsi in Africa dove potrà avere tutti i ragazzi di colore che vuole. Altri commenti sono molto più volgari, con continue allusioni al se..o e alle parti intime del suo ragazzo di colore, anche egli insultato, in modo razziale.
Ne riportiamo solo uno: «Non credo interessi a qualcuno su questo post che lei si faccia sbatt.re dai negr.ni». C'è anche un commento estremante aggressivo che le dice di «sciacquarsi la bocca con l’acido».
È l'ennesima prova di quanto su Facebook commenti che, un tempo si sarebbero fatti a malapena in bar di secondo ordine, siano ormai espressi tranquillamente, senza timore di conseguenze legali o forse peggio, senza rendersi conto di quanto questo sia estremamente lesivo per la vittima, data la risonanza nazionale del Social Media.
Se questo sia dovuto alla spersonalizzazione (sia del commentatore che della persona bullizzata che non vediamo in carne e ossa di fronte a noi) che il media offre o al clima di totale impunità che si percepisce nel Paese non lo sapremmo dire.
Questo episodio è comunque una nuova sconfitta nella lotta per la parità tra uomo e donna. I carnefici non sono solo gli uomini, ma anche altre donne, alcune volte responsabili di commenti maschilisti anche peggiori di quelli scritti da uomini.