Uno svenimento a scuola, avvenuto circa tre mesi fa, ha permesso ad una ragazzina di 15 anni di confessare la propria difficile situazione. In seguito a quel malore, in un istituto di Milano, la giovane si è confidata con una docente, raccontandole le violenze che era a subire a casa, per mano della madre, una 31enne di origine egiziana, che poi è stata arrestata.
La studentessa sarebbe stata punita e picchiata, anche con un mestolo da cucina, ogni volta che non indossava il velo islamico o quando si intratteneva a parlare con qualche coetaneo.
Inoltre la ragazzina avrebbe spiegato di essere stata costretta a dormire per terra con il fratellino, quando arrivava in casa il compagno della mamma. La donna l’avrebbe anche obbligata a non uscire dall'abitazione in sua assenza, durante un suo viaggio in Egitto.
Le vessazioni subite in casa dalla ragazza
Una situazione così grave da spingere il gip Giulio Fanales a chiedere l’arresto della 31enne, su richiesta del pm Nicola Rossato. Dopo un periodo in carcere, la donna è ora ai domiciliari, in attesa del giudizio per maltrattamenti aggravati. Nel frattempo, i due figli sono stati affidati a due diverse comunità protette.
La ragazzina, in questi giorni, ha continuato a raccontare la propria storia agli inquirenti: arrivata in Italia da solo due anni, prima viveva con i nonni materni in Egitto, è stata subito costretta ad indossare il velo, a non rivolgere parola ai ragazzi, ad accompagnare la madre quando svolgeva i lavori domestici nelle case e a studiare il corano, subendo anche delle punizioni fisiche, quando risultava non preparata nelle interrogazioni, che avvenivano ogni 15 giorni.
Inoltre, secondo la testimonianza dalla figlia, la donna, temendo rapporti incestuosi, avrebbe punito duramente lei e il fratello, ogni volta che l'aveva trovati insieme nell'unico bagno dell’abitazione, obbligandoli anche a rimanere nudi in pieno inverno davanti ad una finestra aperta. La madre, infine, l’avrebbe più volte minacciata pesantemente, arrivando a dire che l’avrebbe uccisa, per impedirle di rivelare qualcosa agli assistenti sociali.
La difesa dei legali della madre
Dal canto loro, i legali della madre 31enne negano tutto: per gli avvocati Luigi Rossi Aleramo e Simone Ferrari la 15enne ha mentito sin dall’inizio. Secondo la loro versione, tutto sarebbe iniziato da una bugia raccontata a scuola dalla ragazzina che, venutasi a trovare in mezzo ad un ciclone, non avrebbe più avuto il coraggio di confessare la realtà delle cose.
La normale conflittualità di un’adolescente con la madre, le difficoltà ad integrarsi a scuola e, soprattutto, la ferita ancora non sanata dei maltrattamenti realmente subiti in passato dal padre, prima che l’uomo fosse allontanato dalla famiglia, potrebbero aver contribuito a creare un grave disagio nella giovane.
A riprova della loro versione, i difensori della donna hanno fatto notare come la madre abitualmente non indossi il velo islamico e come il fratellino della giovane non abbia mai mostrato di essere vittima di una qualche forma di vessazione psicologica. Nel frattempo, per il giudice la donna avrebbe attuato 'ogni forma di frustrazione della personalità, oppressa e avvilita'.