Svolta nelle indagini sull’omicidio di Anna Piccato, la pensionata di 70 anni barbaramente ammazzata la mattina del 23 gennaio all’interno dei Giardini d’Annonay, a pochi passi dalla chiesa di San Rocco a Barge, nel Cuneese. I carabinieri hanno arrestato il principale indiziato, con l’accusa di avere aggredito ed ucciso in modo premeditato l’ex operaia Indesit. Il movente è ancora da chiarire: molto probabilmente è legato a questioni di denaro. A finire in carcere è stato Daniele Ermanno Bianco, di 40 anni, residente a Barge come la vittima. L’uomo, sposato e padre di due bambini, lavora nella sua impresa, con la quale esegue piccoli lavori edili.
È un volto noto per le forze dell’ordine: nel passato è stato fermato per l’utilizzo di banconote false nel 2013, per guida senza patente e per la ricettazione di un motorino nel 2015.
La complessa ricostruzione degli inquirenti
Al momento il sospettato non ha confessato, ma ad inchiodarlo ci sarebbe almeno un testimone che lo avrebbe visto allontanarsi dalla scena del delitto quel giorno. Le indagini, condotte con il massimo riserbo dai carabinieri e coordinate dalla Procura di Cuneo, sono state particolarmente complesse. Bianco, sarebbe più volte entrato in contraddizione durante gli interrogatori, mentre il suo alibi sarebbe stato ripetutamente smentito dai riscontri.
Anna Piccato è stata uccisa dopo esser passata a far colazione in un bar; tuttavia sono scomparsi i tre euro di resto da lei ricevuti, probabilmente perché sottratti dall’assalitore.
Invece è stato ritrovato lo scontrino che segna le ore 6,31, mentre un passante ha detto di averla incrociata qualche minuto dopo: così gli inquirenti hanno stabilito che l’aggressione dovrebbe essere avvenuta tra le 6,34 e le 6,45, quando il presunto assassino è stato visto entrare in un altro locale del paese.
Non si trova l’arma del delitto
Bisogna aggiungere – come ha sottolineato l’ avvocato difensore Davide Ambrassa – che quella mattina Bianco, a detta dei testimoni, sembrava assolutamente tranquillo e non presentava i segni di una colluttazione. Un altro punto importante nelle indagini è l’arma del delitto: la vittima è stata colpita con molta violenza almeno dodici volte con un oggetto contundente.
Dagli attrezzi di lavoro che l’operaio utilizzava mancherebbe proprio un martello che potrebbe essere stato usato per uccidere la donna.
Non è ancora chiaro il movente dell’aggressione, sicuramente premeditata. L'omicida non ha sorpreso la pensionata alle spalle, ma l’ha centrata frontalmente con tanta forza da renderne difficile il riconoscimento. Una simile ferocia per gli investigatori potrebbe spiegarsi con un rifiuto ad una precedente richiesta di denaro. Sarebbe stato quel “no” a provocare la reazione dell'assassino che, conoscendo quanto la 70enne fosse abitudinaria, le avrebbe teso un vero e proprio agguato in quei giardinetti.