È stato ritrovato domenica, in Kenya, il cadavere di Renato Bettini, un milanese di 65 anni, in pensione, ucciso da un ippopotamo.

Anche quando camminava, aveva un passo veloce e, a piedi, andava ovunque, ecco perché, spesso e volentieri, secondo le testimonianze degli abitanti del posto, l'uomo si allontanava di qualche chilometro da Malindi, in Kenya, per andare a correre vicino al fiume Sabaki.

Ormai era un'abitudine, ma, domenica, Renato Bettini non avrebbe mai immaginato che si sarebbe potuto trovare faccia a faccia con l'animale più territoriale e pericoloso d'Africa: l'ippopotamo.

Stando alle prime informazioni che arrivano dal Kenya, il pensionato, che per molti mesi all'anno viveva in Kenya, è stato ritrovato sulla riva del fiume con addosso i pantaloncini e le scarpe da ginnastica, indumenti che confermerebbero il fatto che si trovasse lì per fare jogging, ma era privo di documenti d'identità e telefono cellulare; il corpo presentava profonde ferite al torace, riconducibili ad un feroce attacco da parte di un ippopotamo.

La notizia ha iniziato a circolare prima tra i media locali, per poi essere confermata dalla Farnesina, che adesso sta collaborando con l'ambasciata italiana per dare supporto e assistenza alla famiglia della vittima e per indagare sulle dinamiche esatte della disgrazia.

L'ippopotamo: l'animale più pericoloso dell'Africa

Forse, quando si pensa ad un ippopotamo, si tende ad associarlo ad aggettivi come pigro, lento, pesante e quasi innocuo, specie se messo a confronto con animali come il leone, la iena o il coccodrillo, ma non è affatto così: l'ippopotamo, infatti, nonostante la sua mole e la costante necessità di idratare la pelle delicata e di immergersi per rinfrescarsi dal sole, quando si tratta di difendere il proprio territorio, diventa l'animale più temibile di tutta la Savana.

Entrando nel dettaglio, ha un peso medio che oscilla tra 1,4 e 3 tonnellate e, se scorge un suo rivale o un intruso nel suo territorio, non ci pensa su due volte: lo punta, lo rincorre, fino ad arrivare a 40 km/h, e gli dà la carica. L'arma più micidiale? La sua bocca: con un'apertura mandibolare che arriva a 160° e con 4-6 canini che, oltre ad essere lunghi 50 cm, sono affilati, taglienti e sporgenti verso l'esterno, come delle vere e proprie zanne, non ha proprio nulla da temere.

Vedere due maschi che lottano per il dominio di un proprio Harem di femmine, è un qualcosa di veramente impressionante, con attacchi continui e mirati a puntare, con i canini, i punti più delicati del corpo, tanto che, per orgoglio e testardaggine, a volte chi vince è anche l'unico a sopravvivere.

Per un uomo, quindi, ritrovarsi di fronte a questo animale, può davvero essere fatale, tenendo in considerazione che è proprio l'ippopotamo a detenere, purtroppo, il record di più persone uccise all'anno, rispetto a qualsiasi altro animale africano.