Nonostante la tragedia e la morte di Chris Cornell siano stati archiviati come suicidio, continua a non darsi pace la vedova della storica voce dei Soundgarden e degli Audioslave. Vicky Cornell ha testimoniato davanti al Congresso degli Stati Uniti contro l'abuso di sostanze come eroina ed oppioidi, da lei considerati tra i principali responsabili del decesso del marito, avvenuto il 18 maggio del 2017.

La testimonianza

Vicky Cornell è stata convocata per testimoniare a Washington presso il Congresso degli Stati Uniti, davanti ad una commissione bipartisan che si occupa della lotta contro l'abuso di eroina e di oppioidi.

La vedova ha sostenuto che "la morte di Chris non era inevitabile". A suo avviso infatti "non c'erano demoni che prendevano il sopravvento, Chris aveva una malattia al cervello e un dottore che sfortunatamente, come molti, non era adeguatamente informato o preparato sulla dipendenza".

La vedova di Chris Cornell ha anche espresso la sua opinione, consigliando di evitare l'eccessiva somministrazione di farmaci: "Dobbiamo integrare il trattamento della dipendenza nel nostro sistema sanitario, niente più false storie sulla necessità di toccare il fondo, niente più società segrete, niente più vergogna, dobbiamo educare gli operatori sanitari su come trattare la dipendenza e sul miglior supporto per il recupero".

La morte di Cornell

A quasi due anni dalla scomparsa di Chris Cornell, avvenuta nel maggio 2017 in una camera d'albergo di Detroit dopo un concerto con la sua band, i Soundgarden, continua a non darsi pace la vedova del defunto cantante. Se il caso è stato classificato come suicidio, restano comunque elementi non sufficientemente chiari, dato che il rapporto del medico legale parla di molti farmaci presenti nel corpo di Chris, tra cui un sedativo, barbiturici e Ativan.

Vicky, senza tirarsi indietro, ha tirato esplicitamente in gioco il medico curante del marito: a suo avviso il dottore ha prescritto troppo facilmente farmaci senza un'adeguata supervisione e questo avrebbe portato ad una ricaduta, alterando così il suo comportamento, le sue percezioni e la capacità di giudizio. E per questo motivo non si arrende, cerca di porre rimedio, andando a testimoniare al Congresso degli Stati Uniti, affinché il problema delle tossicodipendenze e delle facili prescrizioni possa essere affrontato a livello legislativo e casi come quello del marito possano non ripetersi in futuro.