La Squadra Mobile di Ostuni, nel brindisino, ha arrestato in regime di domiciliari, G. D. un 73enne del posto di professione fornaio. Secondo chi indaga, il soggetto si sarebbe reso protagonista di numerosi abusi su un ragazzino, che all'epoca dei fatti aveva 12 anni, gli stessi sarebbero avvenuti anche nel suo locale commerciale.
Soprattutto in estate il ragazzino dava una mano all'uomo per pulire la sua residenza di campagna, ed anche il locale. Proprio in questi posti si sarebbero consumate le violenze che il minore ha denunciato, prima ai famigliari, e poi agli stessi agenti della Mobile.
I due si erano conosciuti tre anni fa
Secondo quanto riporta la testata giornalistica locale on-line, Brindisi Report, il ragazzino aveva conosciuto il fornaio circa tre anni fa. Da qui cominciò a dargli una mano nelle pulizie di routine, perché appunto nel periodo estivo il minore non frequenta la scuola. Ma mai avrebbe immaginato che quel signore potesse trasformarsi in un potenziale pericolo. Per gli inquirenti ci sarebbero gravi indizi di colpevolezza a carico del 73enne, e per la paura che possa reiterare il reato i militari hanno preferito fermarlo. I media informano anche che l'indagato avrebbe anche cercato di avvicinare il minore qualche giorno fa.
Stamattina la Polizia lo ha raggiunto, mettendo fine alle angherie sul ragazzo, che sicuramente non potrà mai dimenticare quanto avvenuto in questi anni.
Il Quotidiano di Puglia riporta ulteriori particolari su questa triste vicenda di degrado sociale, perché, secondo quanto sarebbe emerso dalle indagini, l'anziano avrebbe elargito piccole somme di denaro al minore, questo per comprare il suo silenzio.
Nei prossimi giorni l'interrogatorio di garanzia
Le accuse nei confronti dell'uomo sono pesantissime: dovrà rispondere di violenza sessuale, corruzione di minorenne e anche sequestro di persona.
Quest'ultimo reato gli è stato contestato perché, durante gli abusi, il 73enne avrebbe chiuso la porta, e questo avrebbe impedito ovviamente la fuga del minore. Per la Polizia della "Città bianca" è stata un'indagine complessa, quanto delicata, poiché la storia vedeva coinvolto in prima persona un soggetto minorenne.
Le generalità della vittima degli abusi non sono state rivelate, questo sia per questioni di deontologia professionale, ma anche per proteggere la privacy della famiglia e del ragazzino stesso. Sicuramente nei prossimi giorni potrebbero esserci ulteriori novità su questa triste storia.