È un episodio davvero assurdo quello che si è verificato la sera dello scorso 9 marzo in Francia, precisamente a La Torbie, vicino Nizza, dove due autisti italiani di un pullman del servizio low-cost Flixbus sono stati trattenuti per circa 14 ore in due celle separate. Secondo l'accusa delle autorità francesi, a bordo del bus c'erano 4 pakistani che alla frontiera non erano risultati in regola con i documenti. Per questo, poco dopo, autisti e passeggeri sono trasportati all'aeroporto di Nizza. E da lì è cominciato l'incubo per i due professionisti, e gli stessi occupanti del bus.
Pullman fermo per diverse ore
A questo punto il mezzo è rimasto fermo diverse ore. Lo stesso era partito da Firenze in giornata, ed era diretto in Catalogna, precisamente a Barcellona. Come è ben noto, una volta varcato il confine italiano, subito dopo Ventimiglia, proprio all'altezza di La Turbie, c'è il controllo di routine della gendarmeria francese. Solitamente, se non si trovano irregolarità, il viaggio di chi varca il confine prosegue in tutta tranquillità. I colleghi del quotidiano Repubblica hanno intervistato anche gli autisti coinvolti in questa spiacevole vicenda, e uno di loro ha dichiarato che quando capita che alcune persone vengono trovate non in regola, queste ultime vengono fatte scendere.
Ma nessuna conseguenza capita agli autisti e ai passeggeri, che proseguono tranquillamente il loro viaggio. Qualcosa, lo scorso fine settimana, è andato però molto diversamente da quanto ci si aspettava. Sulla vicenda è intervenuta prontamente la società, che ha spiegato che i suoi autisti sono dei professionisti, e che non possono sostituirsi ai controlli delle autorità.
Flixbus quindi si augura che il caso venga chiarito il più presto possibile, e ricorda che società e partner collaborano da sempre con le autorità in materia di controllo dei documenti di viaggio.
I sindacati si dicono indignati
Su quanto avvenuto in Costa Azzurra, anche Federico Crognaletti, uno degli amministratori dell'autolinea che effettua il servizio sulla tratta in questione, ha spiegato che il controllo è durato un paio d'ore, e poi gli autisti sono stati ammanettati e fermati.
Solo il giorno dopo, intorno alle ore 15:00, gli autisti sono stati liberati, e quindi hanno fatto rientro a casa. Gli stessi ai gendarmi hanno spiegato che, a differenza delle autorità, non riescono a riconoscere un passaporto vero da uno falso. La gendarmeria ha poi avvisato gli autisti che, per questa volta, non sarebbe successo nulla, ma se nuovamente, su un bus della compagnia ci dovessero essere altre situazioni simili, gli autisti rischiano un anno e mezzo di carcere. Dell'episodio è stata puntualmente avvisata la Farnesina. I sindacati di categoria mostrano indignazione per quanto avvenuto Oltralpe sabato scorso.