Quattro fratellini di Taranto, secondo le accuse degli inquirenti, hanno vissuto per anni sottoposti ad orribili violenze e maltrattamenti, nel degrado assoluto. Oggi sono stati arrestati la loro madre, il compagno di lei e un amico di famiglia che sarebbe stato loro complice. L'accusa, per i tre, è di violenza sessuale continuata in concorso e maltrattamenti.

Le violenze in famiglia

I piccoli protagonisti, loro malgrado, dell'ennesima storia di degrado sono quattro fratelli di Taranto di 14, 12, 9 e 6 anni. Tutti i bambini hanno disabilità intellettive e al momento dell'inizio delle violenze sessuali il più piccolo di loro avrebbe avuto solo tre anni.

I bimbi, secondo le accuse, sarebbero stati sottoposti a violenze sessuali e maltrattamenti da parte della loro mamma, del fidanzato di lei e di un loro amico comune.

Secondo quanto si apprende dall'indagine le violenze ai danni dei piccoli avvenivano o presso la loro stessa abitazione o presso un casolare in campagna di proprietà dell'amico di famiglia, una casa coloniale ormai non più utilizzata, circondata da un terreno nel quale pascolano gli animali. I bambini hanno saputo fornire una descrizione molto precisa di quel luogo che quindi gli inquirenti hanno potuto rintracciare e identificare.

Oltre a patire le violenze sessuali, però, i fratellini venivano anche fatti vivere in un contesto di degrado e abbandono assoluto, venendo lasciati spesso da soli e senza che i genitori provvedessero neanche alla loro igiene e alla loro alimentazione.

Tutti e quattro i minori sarebbero quindi cresciuti a pop corn, patatine e bibite gassate.

Il trasferimento dei minori nella casa famiglia e le indagini

Le indagini e gli accertamenti sulla situazione dei quattro minori disabili sono partite grazie ad una segnalazione del Comune del 2018, che ipotizzava possibili abusi su due dei quattro fratelli.

In seguito, gli stessi bambini, ascoltati nel corso delle indagini con modalità protette e con l'ausilio degli psicologi, hanno raccontato che la loro stessa sorte era toccata anche ai loro fratelli minori, sempre per mano della loro madre, del compagno e dell'amico di famiglia, dai bimbi chiamato con un nomignolo.

Per completare le indagini e allontanare i bimbi dal contesto di degrado nel quale stavano vivendo, i minori sono stati collocati prima in una casa famiglia e in seguito affidati ad altre famiglie: nel loro percorso di recupero però, hanno fin da subito manifestato atteggiamenti e comportamenti sospetti che hanno alimentato negli inquirenti la convinzione delle violenze subite.