I robot, in corsia , dovrebbero rappresentare una risorsa, ma non sempre è così. E un esempio di come le macchine non dovrebbero sostituire l'uomo arriva da un ospedale di Fremont, città della Contea di Alameda in California. Nei scorsi giorni, Ernest Quintana, ricoverato in gravi condizioni e la nipote che lo assisteva, sono stai raggiunti nella loro stanza da un robot che li ha informati che il paziente stava morendo e che quindi non sarebbe mai più ritornato a casa. La vicenda, riportata da numerosi quotidiani americani, sta sollevando inevitabili polemiche.

Il ricovero e la triste comunicazione

Ernest Quintana, 79 anni, domenica 3 marzo è stato accompagnato al pronto soccorso e poi ricoverato presso il Kaiser Permanente Fremont Medical Center. L'uomo, che soffriva di una grave malattia polmonare cronica, stava molto male e la famiglia sapeva che la situazione era disperata. Per non lasciarlo solo neppure un attimo, figli e nipoti, si erano organizzati ed avevano stabilito dei turni di assistenza.

Mentre Annalisia Wilharm, 33 anni, era in stanza con nonno Ernest, un'infermiera l'ha avvisata che un medico li avrebbe raggiunti da lì a poco per fare il punto della situazione. La donna, allora, ha deciso di prendere lo smartphone per registrare la conversazione (che avrebbe poi "passato" alla mamma ed agli altri parenti).

Ad un certo punto, però, un robot è entrato nella stanza. Annalisia, in un primo momento, non vi ha prestato particolare attenzione in quanto era convinta che sul video che fungeva da "testa" sarebbero comparsi gli esiti dei vari accertamenti a cui l'anziano era sottoposto. Invece, con grande stupore, della donna, improvvisamente sul video è apparso il volto di un medico, in comunicazione via Skype; Il robot-dottore ha quindi comunicato con la freddezza tipica delle macchine che Ernest stava morendo e non sarebbe mai più tornato a casa.

L'uomo è poi deceduto poco dopo a causa di una crisi respiratoria

Speravamo in un conforto umano

Annalisia era consapevole che il nonno era in fin di vita. Però, come i suoi familiari, era convinta che sarebbe arrivata una persona in carne ed ossa a comunicare la sua imminente dipartita. "Ci aspettavano un po' di conforto" ha ammesso.

La giovane donna ha poi aggiunto che il momento è stato reso ancora più orribile dal fatto che l'anziano aveva difficoltà a sentire le parole pronunciate dal robot e, per questo, è stata costretta a ripeterle ad alta voce. "Sono distrutta – ha dichiarato Annalisia raggiunta dai microfoni di Fox - eravamo consapevoli che stavamo perdendo il nonno. Ma non avrei mai creduto di non poter contare sul conforto di un vero medico, di un essere umano. Quello che è accaduto a noi non dovrebbe mai accadere, a nessuna famiglia".

La figlia di Ernest, Catherine ha aggiunto "Ci hanno detto che questa è la nuova prassi, il nuovo modo di fare le cose". Travolto dalle polemiche, l'ospedale californiano si è scusato con la famiglia Quintana e ha posto le sue condoglianze precisando che la struttura ha deciso di adottare la video-tecnologia per "Aumentare l’assistenza e per assicurare una migliore consulenza ai pazienti." Nonostante ciò, ha ammesso che le circostanze sono state decisamente inconsuete.