Il caso sta facendo discutere ed ha sollevato un violento polverone mediatico che, inevitabilmente, sconfina nel dibattito politico. La scelta dell'organizzazione della Mezza Maratona di Trieste in programma il prossimo 5 maggio è stata quella di invitare alla gara podistica soltanto atleti europei. "La nostra scelta è mirata a prendere provvedimenti contro il mercimonio di atleti africani - dice Fabio Carini dell'Apt Miramar e promotore del Trieste Running Festival - che vengono sfruttati e non possiamo accettarlo". Secondo Carini, gli organizzatori subirebbero le pressioni di manager che sfruttano podisti africani proponendoli a costi bassi e questo, oltre a ledere la dignità degli stessi atleti africani, danneggia i colleghi europei che non vengono presi perché i loro costi sono più elevati.

Questa la giustificazione ufficiale, ma è perfettamente inutile sottolineare che a molti è sembrata una scelta discriminatoria e dunque 'razzista' nei confronti degli atleti africani, con tanto di benedizione della Lega. Anche perché Carini ha annunciato la decisione dell'organizzazione nel corso della conferenza stampa dove spiccavano le presenze del governatore Massimiliano Fedriga, fedelissimo di Matteo Salvini, dell’assessore alla sicurezza Pierpaolo Roberti, già segretario provinciale della Lega, e del sindaco forzista di Trieste, Roberto Di Piazza.

Nessun divieto di partecipazione, ma gli atleti non europei non avranno ingaggi

C'è però chi la pensa in maniera diversa, esclude la tesi razzista ed ache la giustificazione degli organizzatori.

Secondo Martino Ghielmi, fondatore del network vadoinafrica.com ed esperto di partecipazione di atleti africani alle maratone internazionali, semplicemente ci sono pochi fondi a disposizione ed a supporto di questa tesi c'è la reale natura del 'divieto'. Alla Mezza Maratona di Trieste, infatti, potrà comunque partecipare chiunque, ma gli atleti non europei non avranno alcun ingaggio.

In parole povere, possiamo tradurlo con 'possono partecipare tutti, ma gli ingaggi li diamo a chi vogliamo noi' che dal punto di vista tecnico-regolamentare è consentito. Ghielmi in merito ha scritto un lungo post sulla sua pagina Facebook. "Gli africani che partecipano alle gare sono tutti professionisti ed il budget della maratona di Trieste è in continuo calo, come in gran parte delle manifestazioni italiane.

La loro scelta è quella di non ingaggiare nessun etiope o kenyano di seconda fascia disponibile in Italia. Credo prenderanno un paio di italiani 'amici di amici', per cui sarà facile vincere visto che manca la concorrenza seria". Secondo il parere di Ghielmi, dunque, sebbene si tratti di "una scelta discutibile e da sfigati per cui verrà fuori la sagra della salamella", è comunque una "decisione legittima".

'Il razzismo esiste, ma non bisogna strumentalizzarlo'

Venendo al nocciolo della questione, secondo Ghielmi è sbagliato parlare in questo modo di razzismo. La piaga esiste ed è un dato di fatto, ma è un errore strumentalizzarlo. "Si usa questo termine come una clava da menare in testa all'avversario politico.

Esiste ed è presente in Italia e nel reso del mondo, ma se lo si combatte con i proclami invece che con fatti concreti non si andrà lontani". Il problema, nel caso specifico, è il livello basso nel quale sono precipitate le manifestazioni di questo tipo in Italia, Ghielmi ricorda infatti che "nel 1997 il portacolori del Kenya, Philip Rugut vinceva in 1:00'06" la Mezza di Trieste: migliore prestazione stagionale mondiale. Andate a vedere in che tempo correranno quest'anno e confrontatelo con la lista stagionale mondiale". Il fondatore del network vadoinafrica.com conclude con due consigli, il primo rivolto agli organizzatori: "Se avete le pezze al c... non organizzate gare internazionali, ma fate la sagra della salsiccia".

Con il secondo ammonisce il Pd che ha impugnato la scure del 'razzismo' per un attacco politico alla Lega: "Quando capirete che questo stile di opposizione al "razzismo" non porta a nulla sarà tardi".