Il misterioso oggetto spaziale Oumuamua continua a scatenare aspre polemiche tra gli scienziati. L'astrofisico Avi Loeb di Harvard (grande amico di Stephen Hawking) continua a sostenere che le caratteristiche dimostrate da questa "roccia spaziale" sono troppo particolari per essere del tutto naturali. La comunità scientifica però non è d'accordo e lo attacca frontalmente. Nel frattempo, vengono studiate nuove tecnologie che permetteranno un giorno, nel caso si ripetesse il passaggio di simili oggetti, di studiarli da vicino con delle sonde.

Avi Loeb, l'astrofisico convinto che Oumuamua sia di origine aliena

Avi Loeb era celebre già prima di questa diatriba, essendo il direttore del dipartimento di astronomia della famosissima Università di Harvard, inserito inoltre dal Times tra i 25 studiosi più autorevoli al mondo e anche grande amico di Stephen Hawking. Eppure, da quando Oumuamua è entrato nel nostro sistema solare, Loeb ha ottenuto una fama mondiale.

Lo scienziato, infatti, sostiene in maniera ferma che la presunta "roccia spaziale" abbia caratteristiche troppo strane per poter essere naturale. In particolare, quando comete e meteore si avvicinano al Sole, tendono ad accelerare, poiché soggette alle forze gravitazionali. Oumuamua, invece, nel momento in cui è entrato nel Sistema Solare ha progressivamente rallentato.

Per questo Loeb ha condotto alcuni studi, assieme al giovane ricercatore Shmuel Bialy, che poi ha presentato sulla rivista The Astrophysical Journal Letters. Sul prestigioso giornale ha concluso, dopo un'attenta analisi, che l'oggetto potrebbe essere stato inviato da una civiltà aliena: una sorta di segnale per indicarci la loro esistenza.

Immediate sono esplose le critiche da parte dei più importanti suoi colleghi della comunità scientifica, che hanno accusato Loeb di ciarlataneria, di "selvaggia speculazione" e di essere un folle, accostabile ai sostenitori della terra piatta. Nonostante questo, però, lui ha continuato con convinzione sulla propria strada, sostenendo che le critiche sono scatenate solo da "stupidi pregiudizi".

Inoltre ha dichiarato che, al di là della natura di Oumuamua, lui sta spianando la strada a futuri ricercatori che avranno il suo stesso coraggio di cercare risposte non convenzionali a certi enigmi.

Allo studio sonde per indagare in futuro oggetti simili a Oumuamua

Oumuamua, in ogni caso, ha avviato comunque studi e discussioni, poiché innegabilmente è un oggetto particolare, qualsiasi sia la sua origine. Senza alcun preavviso, l'oggetto misterioso sorvolò la Terra nell'ottobre 2017 a una distanza di circa 15 milioni di miglia. Fu allora che gli astronomi lo scoprirono, ma in un certo senso era già tardi: l'oggetto stava abbandonando il Sistema Solare a una velocità di 177027,84 chilometri orari.

Gli astronomi inizialmente lo chiamarono "1I / 2017 U1", dove "I" sta per interstellare, poiché la traiettoria dell'oggetto suggeriva che provenisse da un altro sistema stellare. Rappresenta infatti il primo oggetto interstellare mai rilevato, e perciò alla fine si è diffuso il suo nome hawaiano Oumuamua, che significa "messaggero venuto da lontano".

"Questo è andato per sempre", ha dichiarato David Trilling, un astronomo della Northern Arizona University che ha condotto le osservazioni del telescopio spaziale Spitzer sull'oggetto. Ora, però, sono allo studio sonde e metodi per essere preparati, nel caso in futuro una simile "roccia" spaziale torni nelle nostre "vicinanze".