In un giorno qualunque di 65 milioni e 760 mila anni fa, quando l'uomo era di là da venire e i calendari erano ancora da inventare, un evento catastrofico sconvolse la Terra cambiandone per sempre il destino. Un asteroide di 12 chilometri di diametro cadde sul nostro pianeta provocando uno tsunami di tale potenza che travolse e uccise il 99, 9 per cento degli organismi viventi, Dinosauri compresi.

Un team di 12 scienziati statunitensi guidato dal paleontologo Robert De Palma dell'università di Berkeley, ha scoperto a Bowman, nel Nord Dakota, le prove fossili delle devastanti conseguenze a migliaia di chilometri di distanza dell'impatto del corpo celeste sulla terra al largo delle coste del Messico.

Il paesaggio ha immobilizzato quel tragico momento, un po' come è successo a pompei con l'eruzione del Vesuvio: ma qui è affiorato un enorme cimitero fossile.

La 'Pompei dei dinosauri', pubblicata nuova ricerca

Una nuova ricerca pubblicata sulla rivista scientifica 'Proceedings of National Academy of Sciences' e divulgata sul 'New Yorker', racconta cosa accadde 66 milioni di anni fa quando si verificò la 'Pompei dei dinosauri', evento catastrofico che ha sconvolto il pianeta. Un asteroide cadde sulla terra in corrispondenza dell’attuale Yucatan: un immenso turbine di fuoco dal cielo si schiantò sul pianeta, e quasi tutte le forme di vita si estinsero in un brevissimo arco temporale: dai dieci ai venti minuti dopo l'impatto, nulla era più come prima.

Si ritiene che l'energia sprigionata dall'impatto fu pari a quella di un miliardo di bombe atomiche come quelle dtui Hiroshima. Il collasso sul suolo terrestre dell' asterioide provocò uno tsunami immenso che si propagò su tutti i mari allora esistenti, penetrando per chilometri in tutti i continenti, generando terremoti di magnitudo 11-12.

Si sarebbe visto uno scenario apocalittico: pesci e altri animali marini riversati a riva in quantità enorme, mentre dal cielo, proprio come a Pompei, piovevano lapilli, cadeva una pioggia di rocce e di gocce di vetro incandescente in un ambiente in cui niente e nessuno sarebbe riuscito a sopravvivere, neanche i dinosauri.

La scoperta del secolo, il cimitero di massa

A Bowman nel Nord Dakota nella formazione di Hell Creek, il paleontologo De Palma ha fatto quella che definisce la 'scoperta del secolo': per lui talmente rilevante che per sei anni ci ha lavorato in tutta segretezza prima di coinvolgere altri colleghi. Tra le colline ha trovato ciò che il fango tramutato in roccia ha conservato per 66 milioni di anni, le prove tangibili della catastrofe: i resti fossili non solo di pesci che tra le branchie hanno trattenuto vetro di detriti fiammeggianti o alberi carbonizzati.

C'è un vero e proprio cimitero di massa di mammiferi primitivi, quali il triceratopo, insetti, fossili di mosasauro, che era un rettile acquatico, ammassati con i resti di dinosauri di tutte le specie e anche un piccolo Tyrannosaurus Rex.

Ma non è tutto: un uovo di dinosauro contenente un embrione, indicherebbero che fino a quel momento i giganteschi rettili godevano di ottima salute e ad estinguersi non ci pensavano affatto. Per il paleontologo, questa è la prova che al momento della catastrofe erano vivi, ma furono sorpresi dalla tempesta di fuoco e dallo tsunami che li stroncò per sempre.

Secondo De Palma questo immane stravolgimento ha cambiato le sorti della terra, ponendo fine all'Era Cretacea e decretando l'avvio del Paleocene, l'era dei mammiferi, quindi la nostra. Ed ora, quella che era solo una teoria dell'impatto con un meteorite per spiegare l'estinzione planetaria del Cretaceo, formulata oltre 40 anni fa da Walter Alvarez, anche lui professore a Berkeley, ha trovato un riscontro preciso. E la Pompei dei dinosauri potrebbe diventare a breve un'attrazione turistica.