Occhi sempre bassi, capelli raccolti, zainetto e giacca chiara su pantaloni grigi a quadri, andatura decisa: così ieri è apparsa Amanda Knox, 31enne di Seattle, appena sbarcata all'aeroporto milanese di Linate in compagnia di sua madre, Edda Mellas, e del fidanzato scrittore Christopher Robinson, protetta dai suoi legali e dai poliziotti italiani.

Questa è la sua prima volta in Italia "da cittadina libera", come lei stessa ha sottolineato sul suo profilo Twitter. Mancava da otto anni: dopo essere stata definitivamente assolta dalla Cassazione per l'omicidio a Perugia della studentessa inglese Meredith Kercher, all'indomani della scarcerazione, il 4 ottobre 2011, era subito tornata con la famiglia negli Usa.

È stata invitata a parlare al primo Festival della Giustizia penale in Italia che si occupa di errori giudiziari, apertosi ieri 14 giugno.

Amanda Knox, viaggio in Italia da libera cittadina

Dodici anni dopo l'omicidio di Meredith Kercher è tornata in Italia da innocente, come è stata definitivamente riconosciuta dalla giustizia italiana insieme all'allora fidanzato Raffaele Sollecito. Con la studentessa uccisa la sera del 1° novembre 2007 aveva preso in affitto un'abitazione: erano tutte e due in Italia per studiare.

Invece anni di processi e carcerazione con esposizione mediatica a livello planetario e un'opinione pubblica, italiana e internazionale, spaccata a metà tra innocentisti e colpevolisti, mentre si susseguivano continui colpi di scena giudiziari: assolta, condannata, definitivamente prosciolta. Prima, il 30 gennaio 2014, era stata condannata in Appello a 28 anni e 6 mesi per il delitto.

Poi, l'anno dopo, era stata definitivamente assolta.

Ieri Knox sembrava smarrita di fronte all'assedio di giornalisti e telecamere all'aeroporto di Linate. È rimasta a testa bassa per evitare i flash e le domande scomode, lei che si è reinventata un'esistenza da giornalista, ha rilasciato parecchie interviste-evento in Tv, ha un blog, ha scritto un libro, utilizza i social per messaggi spesso controversi, Netflix le ha dedicato un documentario.

"Era stanca per il lungo viaggio e scioccata per la calca dei media", ha detto Marta Cagossi dell'Italy Innocence Project che l'ha chiamata per partecipare ad un evento più che simbolico. Amanda, infatti, impegnata nella filiale americana dell'associazione che si occupa di vittime di errori giudiziari, è tornata per intervenire a Modena a un incontro che si svolgerà sabato, dedicato al processo mediatico nell'ambito della tre giorni del primo Festival della Giustizia penale italiano. Al magazine Medium, la Knox ha anticipato che tra i momenti surreali della sua vita ha trovato la forza di preparare il discorso di domani, sapendo di rivolgersi ad un pubblico potenzialmente ostile.

Dalla tensione alla mondanità "sbarazzina": ieri pomeriggio, arrivata nella città emiliana con il fidanzato, ha partecipato all'inaugurazione del Festival sempre schivando le domande dei giornalisti, ma decisamente più distesa, persino sorridente.

Capelli sciolti e abito lungo lilla, ha conversato con altri ospiti sorseggiando un cocktail. Ma oggi, infastidita dalle luci delle telecamere si è alzata, e con il fidanzato Christopher Robinson che cercava di coprirla per impedire foto e riprese, ha abbandonato l'evento.

Domani, secondo quanto anticipato dagli organizzatori della manifestazione, parlerà di come ha vissuto il processo mediatico, considerata un'assassina almeno da una parte dell'opinione pubblica. Non è previsto un suo ritorno a Perugia.

Un arrivo che ha scatenato polemiche

Per Claudio Pratillo Hellmann, all'epoca dei fatti presidente della Corte d'Assise d'Appello di Perugia che la assolse, l'approdo in Italia dell'ex imputata è un evento che lo lascia indifferente e che non può essere oggetto di contestazioni perché torna nel nostro Paese da persona libera.

I motivi per cui abbia deciso di farlo possono essere tanti: superare un trauma psicologico o finalità di tipo commerciale. Hellmann è umanamente molto soddisfatto per l'esito di quel processo. La sentenza, poi confermata in Cassazione, avrebbe contribuito ad evitare un errore giudiziario reso più grave dalla giovane età degli imputati.

Di tutt'altro avviso Francesco Maresca, legale della famiglia di Meredith Kercher che ha definito la partecipazione di Amanda Knox all'evento di Modena, inopportuna. Per il legale, avrebbe fatto bene la donna "a tenersi la sentenza di assoluzione", senza cercare di strappare consensi. Il caso dal punto di vista giudiziario è chiuso o quasi, visto che è finito all'esame della Corte europea per i diritti umani.

Per i giudici di Strasburgo, l'Italia ha violato il diritto alla difesa di Amanda Knox, ma il governo italiano ha impugnato la sentenza davanti alla Grande Chambre, una sorta di Cassazione composta da 17 giudici. Dal punto di vista umano, invece sembra non dover finire mai.