La piccola cittadina di San Pietro Vernotico, nel brindisino, è stata travolta da uno tsunami giudiziario senza precedenti, in quanto, come ben si sa, nella mattina di martedì 4 giugno i militari della Guardia di Finanza di Brindisi, in collaborazione con la tenenza locale, hanno tratto in regime di arresti domiciliari l'attuale primo cittadino, Pasquale Rizzo, insieme al precedessore, Maurizio Renna. Con loro è finito in manette anche Luigi Conte, presidente del cda della società Fiscalità Locale S.r.l. la quale aveva sede nello stesso borgo brindisino.

La stessa ditta, che si occupava di riscossione dei tributi, fu dichiarata fallita dal Tribunale di Brindisi il 13 aprile del 2017: secondo quanto fanno sapere dalla Procura brindisina, che ha coordinato le indagini, il quadro che sta emergendo è piuttosto inquietante. Nel frattempo la Prefettura ha sospeso Rizzo, il quale è stato sostituito dal vicesindaco Giuliana Giannone.

Società creata per favori politici ed elettorali

La Fiscalità Locale sarebbe stata creata infatti esclusivamente per favori politico - elettorali. I soggetti indagati infatti sarebbero stati responsabili del fallimento della stessa, in quanto avrebbero posto in essere dei comportamenti illeciti e sarebbero venuti meno alle regole stabilite nello Statuto della società.

Insieme agli arrestati ci sono almeno altri quattro indagati a piede libero, anch'essi accusati di corruzione: in questo caso la loro posizione riguarda l'affidamento di appalti per il verde, sia in località Campo di Mare che nella stessa cittadina brindisina.

L'indagine dei finanzieri è partita allorquando l'avvocato Guido Massari, che nel 2017 era responsabile dell'ufficio legale del Comune pugliese, presentò una denuncia nella quale si riferivano gravi irregolarità presenti nei bilanci dell'Ente da lui rappresentato, ma anche nella stessa società partecipata.

A questo punto i militari hanno voluto vederci chiaro e dopo una delicatissima indagine, fatta anche di intercettazioni telefoniche, hanno chiuso il cerchio. Lo scorso anno gli indagati vennero raggiunti da un'avviso che gli informava della chiusura delle indagini nei loro confronti, poi, ieri mattina all'alba, i tre sono stati arrestati.

Denaro in cambio di voti

Tantissime quindi le condotte contrarie alle legge riscontrate dagli inquirenti. Durante l'ultima campagna elettorale, avvenuta a giugno dello scorso anno e dalla quale risultò vincitore lo stesso Pasquale Rizzo, la magistratura inquirente avrebbe rilevato "la corresponsione di somme di denaro in cambio di voti", così si legge nell'ordinanza emessa dal gip Stefania De Angelis. I reati a carico degli indagati sono gravissimi: bancarotta impropria da reato societario, corruzione, turbativa d'asta e peculato. Secondo la Procura, a San Pietro Vernotico gli interessi personali venivano prima di tutto. Venerdì prossimo tutti gli indagati saranno ascoltati, ovviamente alla presenza dei loro avvocati difensori.