La svolta è arrivata nel cuore della notte tra venerdì e sabato. Infatti, intorno all’1,30, la Sea Watch 3 è approdata nel porto di Lampedusa. Secondo il Corriere della Sera, una motovedetta della Guardia di finanza avrebbe tentato di impedire le operazioni di sbarco, rimanendo però bloccata tra la nave e il molo. La capitana Carola Rackete, che ha sfidato apertamente il divieto delle autorità italiane, verso le tre di notte è stata prelevata dai finanzieri e trasferita in auto al comando dell’isola, dove l’ha raggiunta un avvocato. Sarebbe in arresto con l’accusa favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, resistenza e perfino tentato naufragio, per la spericolata manovra eseguita per liberarsi della motovedetta, subito prima di attraccare.
Nel frattempo sono cominciate le operazioni di soccorso nei confronti dei 40 migranti a bordo: prima delle sei di mattina sono tutti scesi a terra, per essere trasferiti nel centro di prima accoglienza dell’isola siciliana.
Per gli uomini della Ong non c’era altra soluzione possibile
Hanno lasciato la nave anche i parlamentari che nelle ultime ore erano arrivati a bordo. Poi, verso le 6,30 la Sea Watch, attualmente sotto sequestro, ha mollato gli ormeggi ed ha lasciato il porto. Ad accogliere l’imbarcazione due opposte fazioni: da un lato i sostenitori dell’Ong che hanno salutato con gioia lo sbarco; dall’altro un gruppo di isolani, tra cui spiccava l’ex vicesindaco della Lega Nord, Angela Maraventano, da cui sono partire urla e accuse contro i volontari, insieme alla richiesta del loro arresto.
La portavoce della Sea Watch, Giorgia Linardi, ha spiegato che non c’era altra scelta: “Non è stata proposta nessuna soluzione alternativa alla comandante di fronte ad uno stato di necessità comunicato 36 ore prima – ha spiegato – era sua responsabilità portare in salvo queste persone”. Inoltre ha aggiunto che la violazione delle leggi è stata semmai compiuta da tutte le autorità che si sono rifiutate di intervenire per 16 giorni.
Le testimonianze dei parlamentari a bordo
Graziano Delrio, che era a bordo della nave insieme ad altri esponenti politici ha raccontato come la decisione di attraccare sia stata presa da Carola Rackete verso le 22,30. L’ex ministro dei Trasporti ha spiegato come per due giorni la comandante aveva atteso una soluzione diplomatica, sollecitata dai parlamentari.
Si attendeva che la situazione si sbloccasse, grazie all’intervento di alcuni Paesi che avevano dato la loro disponibilità ad accogliere i migranti. Ma, visto lo stallo nelle trattative, mentre le condizioni di salute delle persone a bordo peggioravano, la capitana ha deciso l’irruzione nel porto. “Si è visto quanto fosse facile far sbarcare 50 persone – ha commentato un altro politico presente sul posto, Nicola Fratoianni di Sinistra italiana – ora che questa odissea è finalmente terminata, spero che si chiuda presto anche la vicenda giudiziaria della comandante”. Non la pensa come lui il ministro dell'Interno Matteo Salvini che ha parlato di "comportamenti criminali" da parte della Rackete.