Da un filmato arriva una clamorosa svolta nelle indagini sul mistero del rogo di Torvaianica. Venerdì scorso era stata scoperta nei campi, tra l’entroterra di Pomezia e il litorale, una Ford Fiesta bruciata con all’interno i corpi carbonizzati di Maria Corazza, 48 anni, e del 39enne Domenico Raco. In attesa dei risultati delle autopsie, nelle ultime ore gli inquirenti hanno esaminato un video in cui si vedrebbe l’uomo – soprannominato “il calabrese” perché nato a Molochio, paesino nel cuore dell'Aspromonte – intento a riempire una tanica di benzina in un distributore poco lontano dal luogo in cui è stata ritrovata la vettura con i cadaveri.

Immagini chiare, che lascerebbero pochi dubbi sul fatto che si sia trattato di un omicidio-suicidio.

Si attende l’autopsia per chiarire la dinamica degli eventi

Gli esami in corso, affidati al professor Giovanni Arcudi, chiariranno la dinamica degli eventi: si vuole capire se Maria sia stata uccisa prima di essere data alle fiamme, se la donna fosse incinta e se il presunto assassino si sia lasciato bruciare vivo.

Le indagini, svolte sotto il coordinamento della Procura di Velletri dai carabinieri di Frascati, stanno ricostruendo in queste ore il lasso di tempo che parte dalle 5 del mattino, quando Domenico è uscito di casa, e arriva alle 8.35, momento esatto in cui i residenti delle ville che confinano con il luogo del ritrovamento dell’automobile hanno telefonato ai vigili del fuoco, per segnalare quello che ritenevano un semplice incendio di sterpaglie.

Nei giorni scorsi i militari dell’Arma erano stati in tutti i distributori di benzina in zona: in uno di questi erano stati acquisiti i video delle telecamere di sorveglianza che mostravano Raco mentre riempiva di liquido infiammabile un contenitore, a quanto sembra molto prima delle 8 di mattina di venerdì.

Si ignora il movente del gesto

Dunque gli inquirenti ipotizzano che il 39enne abbia nascosto la tanica nel luogo in cui in seguito è arrivato in macchina insieme alla Corazza, con il chiaro intento di ucciderla e poi suicidarsi. Al momento si ignora il movente del gesto. Maria era impiegata da anni in una cooperativa di Roma che svolge le pulizie nel deposito Eni di Santa Palomba, aveva una figlia adolescente ed un compagno da oltre 15 anni, padre della ragazza.

La sua vita scorreva tranquilla: stava programmando le ferie ed il futuro trasloco in una nuova casa. Domenico invece si era trasferito a Torvaianica per accudire la sorella disabile: aveva lavorato come guardia giurata e pasticcere. Forse c’era una relazione clandestina tra i due, anche se i familiari smentiscono. Tuttavia gli inquirenti hanno ascoltato decine di persone in questi giorni: alcuni testimoni hanno accennato a questa possibilità. Inoltre si è scoperto che Raco in passato avrebbe ripetutamente pensato al suicidio. Una tesi plausibile è che la donna volesse troncare il rapporto, decisione che non sarebbe stata accettata dall’amante; ma siamo nel campo delle illazioni.