Da alcune ore la Sea Watch 3 è sbarcata a Lampedusa. Andando maggiormente nei particolari e stando a quanto riportato sul sito della Repubblica, l'imbarcazione dell'organizzazione umanitaria non governativa è attraccata al porto dell'isola siciliana verso 1,50. Più specificatamente, la stessa nave della ONG era ferma nelle vicinanze di Lampedusa da almeno 17 giorni. L'arrivo dell'imbarcazione della Sea Watch 3 e dei migranti è stato accolto e festeggiato da un centinaio di persone, composte perlopiù da attivisti delle ONG, uomini legati alla Chiesa e politici di centrosinistra.

L'arresto di Carola Rackete

A seguito dell'arrivo in Italia della nave della ONG, la stessa capitana Carola Rackete è stata arrestata dalla Guardia di Finanza. Per essere più precisi, l'arresto della ragazza tedesca è stato motivato tramite l'accusa di violenza o "resistenza contro una nave da guerra". Il fatto è che, poco prima dello sbarco, una motovedetta dei finanzieri ha cercato di impedire l'approdo della Sea Watch 3 e la stessa imbarcazione dell'organizzazione umanitaria ha deciso di continuare con la manovra di accostamento correndo il rischio di schiacciare la motovedetta dei finanzieri.

La portavoce italiana della Sea Watch: 'Abbiamo agito per stato di necessità'

Già da diversi giorni Carola Rackete sosteneva di essere pronta a forzare il blocco e a far sbarcare i migranti nel porto di Lampedusa.

Per tutto ciò, la stessa capitana della nave olandese della ONG tedesca aveva sostenuto di essere pronta anche a correre dei rischi legali. Ora, riporta un articolo di Next Quotidiano.it, la Rackete è indagata per il reato di favoreggiamento nei confronti dell'immigrazione irregolare e per la violazione dell'articolo 1099 presente nel codice della navigazione.

L'arresto della capitana della Sea Watch 3 è stato commentato anche dalla portavoce italiana della stessa organizzazione umanitaria tedesca, Giorgia Linardi.

La Linardi ha dichiarato che non c'era nessuna altra scelta che non fosse quella dello sbarco e ha dichiarato che la comandante ha agito per 'stato di necessità'. Inoltre, stando sempre all'articolo di Next Quotidiano, la portavoce italiana della Sea Watch International ha sostenuto che Carola Rackete non si è resa responsabile di alcuna violazione e stessa la violazione sarebbe stata opera delle autorità che non hanno dato alcun aiuto all'imbarcazione dell'organizzazione umanitaria non governativa. Intanto, è stato appurato che la comandante tedesca della nave della ONG risulta essere in stato d'arresto a causa della violazione dell'articolo 1100 contenuto nel già citato codice di navigazione.