Ieri l'appello urgente era stato lanciato sui social e anche sulla pagina Facebook 'Notte Bianca Sapienza': serviva sangue per Francesco Ginese, un 26enne che venerdì sera si era reciso l'arteria femorale tentando di scavalcare una cancellata per accedere a un rave party, abusivo e privo di autorizzazioni, organizzato all'interno della città universitaria di Roma La Sapienza. Purtroppo, dopo un giorno e mezzo di agonia in rianimazione al policlinico Umberto I di Roma, il ragazzo originario di Foggia è deceduto questa mattina.

Festa non autorizzata, tragico incidente

Venerdì sera, Francesco Ginese aveva deciso di partecipare alla Notte Bianca de La Sapienza, un evento promosso dai collettivi studenteschi, non autorizzato dal rettore, che ha trasformato l'università in un'enorme discoteca all'aperto e a pagamento. L'iniziativa, grazie anche al passaparola e al tam tam sui social, aveva fatto affluire migliaia di ragazzi, certi di poter disporre di uno spazio istituzionale in totale libertà, per ballare e scatenarsi fino all'alba, e di poter bere a piacimento alcolici a prezzo modico.

Tra i partecipanti, c'era Francesco in compagnia di un amico che, forse per evitare le lunghe file all'ingresso principale, l'unico che l'ateneo aveva deciso di lasciare aperto o per evitare di pagare il biglietto d'accesso alla 'disco-Sapienza', hanno deciso di scavalcare un cancello in viale dell'Università di fronte al civico 30.

Ma qualcosa è andato storto con conseguenze gravissime: arrampicandosi, il ragazzo sarebbe rimasto infilazato alla cancellata recidendosi l'arteria femorale. Tempestivi i soccorsi: il ragazzo è stato portato in ambulanza al vicino Policlinico Umberto I, avendo già perso moltissimo sangue. Subito ieri era scattata una gara di solidarietà da parte di amici e conoscenti, sia di Roma che di Foggia, per donargli sangue ed era stato sottoposto a un intervento urgente, ma le condizioni sono peggiorate ed è morto oggi in tarda mattinata.

La notte tra venerdì e sabato, dopo l'incidente i tanti giovani partecipanti al rave a viale della Minerva hanno continuato a ballare, probabilmente senza neanche accorgersi dell'ambulanza arrivata a soccorrere Ginese. Mentre il party proseguiva, i familiari della vittima avvertiti, da Foggia si erano messi in viaggio per arrivare a Roma.

Laureato in Politica internazionale alla Luiss, Ginese si era trasferito a Bologna per lavoro, per poi tornare di nuovo a Roma a lavorare per conto di una multinazionale.

Eventi illegali alla Sapienza

Il tragico caso culminato nel decesso del ragazzo, ha acceso nuove polemiche sui rave illegali che da anni si svolgono all'interno della Sapienza. Dall'Ateneo, hanno fatto sapere che si tratta d'iniziative che le autorità accademiche preposte alla sicurezza appena ne vengono a conoscenza denunciano agli organi competenti, oltre a presentare un esposto in procura.

Quest'ultima manifestazione 'Notte Bianca Sapienza Porto Aperto', era iniziata il 20 giugno presso villa Mirafiori per culminare nel mega evento di venerdì.

"Vogliamo rendere la Sapienza un Porto Aperto, vogliamo aprire in questa università che è degli studenti e delle studentesse, spazi in cui stare insieme", avevano annunciato i collettivi studenteschi su Facebook. La serata era stata segnalata dal rettore, Eugenio Gaudio, alla Questura che aveva predisposto polizia in borghese, ma non c'era stata richiesta esplicita di sgombero o di intervento di reparti mobili. Ora potrebbero partire denunce nei confronti degli organizzatori della manifestazione, come accaduto in circostanze precedenti: in un caso ci sono stati 21 indagati e gli organizzatori furono accusati di violenza privata. Tra gli eventi illegali fissi, ogni anno ad aprile sul pratone della Minerva ha luogo il Teppafest, ovvero il festival della teppaglia.

Ma per qualcuno, le denunce non bastano. Protesta il presidente nazionale di Azione Universitaria, Pasquale Oronzio che chiede perché sia consentito "a questi barbari" di comportarsi come se fossero padroni dei luoghi pubblici nella totale illegalità e chiede il ripristino di legalità e sicurezza. "Lo chiediamo con forza al Ministro dell'Università Marco Bussetti e al Ministro degli Interni Matteo Salvini che a chiacchiere sul ripristino della legalità nei centri sociali si è già espresso, di mettere in atto immediatamente un'azione di indagine e controlli". Intanto Fratelli d'Italia annuncia che depositerà un'interrogazione al Governo, e la leader Giorgia Meloni chiede che "tutte le università italiane vengano liberate dai teppisti dei centri sociali e riconsegnate agli studenti".