Al momento in Sudan ci si trova in quella che può essere definita una “primavera”, un rinnovato senso politico e istituzionale che, dopo una serie di proteste pacifiche ha portato alla deposizione di Omar al-Bashir, presidente per quasi 30 anni. Negli ultimi giorni la primavera, che aveva toni pacifici e che sembrava poter poter portare il paese africano a un punto di svolta importante per la sua storia, si è fermata, o meglio sembra stia per scadere nella violenza dei militari.

Sudan diviso

Le forze in gioco, al momento, sono: da un lato le opposizioni che pacificamente hanno portato alla deposizione di al-Bashir e dall'altro lato i militari del Consiglio Transitorio che in questi ultimi giorni sembrano stiano avendo la meglio su parte della popolazione.

Nel Paese, il servizio internet è stato oscurato così come in generale ogni tipo di informazione da e per il Sudan viene filtrata, le testimonianze dirette di ciò che sta realmente avvenendo sono poche in relazione alla gravita dei fatti. Da poco sono trapelati una serie di video, come documentato da Repubblica, che vede i civili scappare durante quella che sembra un'azione delle forze militari per disperdere la folla di un sit-in, nel video si possono sentire le voci dei manifestanti oltre che i colpi d'arma da fuoco sparati direttamente sulla folla; in un altro video i manifestanti vengono percossi con dei bastoni mentre tentano la fuga.

Le richieste della popolazione

La popolazione sudanese manifesta per un nuovo governo che indica elezioni democratiche e che permetta anche l'applicazione della costituzione sospesa.

Circa la Costituzione va ricordato che Omar al-Bashir sin da quando ha preso il potere alla fine degli anni '80 non ha mai applicato la costituzione, anche se formalmente sospesa in Sudan dal 2005.

Isolamento

Il Sudan si trova in questo momento isolato all'interno dell'Unione Africana che vista l'impossibilità di esprimere un governo civile al momento ha sospeso dall'assemblea il Paese cercando, in questa maniera, di fare pressione sulla giunta militare.

Quello che accade oggi, fa tornare alla mente in fatti del Dicembre scorso in cui si contarono 37 morti in una sola settimana di manifestazioni contro il governo militare. Nonostante i militari stessi abbiano deposto al-Bashir, sembra stia emergendo un nuovo “uomo forte”, Muhammad Hamdan Dalgo “Hemedti”. La paura adesso è che Hemedti possa consolidare il proprio potere e non permettere la transizione a un governo civile.

La situazione che va delineandosi in Sudan è estremamente critica e necessità dell'assoluta attenzione africana e internazionale affinché possano cessare le violenze interne e possa essere ristabilito un governo democratico