Andrea Landolfi, fidanzato di Maria Sestina, ha sempre mantenuto la stessa versione con gli inquirenti: la sua fidanzata sarebbe accidentalmente caduta dalle scale della casa dove soggiornavano, in quella tragica notte di febbraio a Ronciglione, provincia di Viterbo. La donna 25 anni, ha lottato qualche ora all'ospedale Belcolle ma le gravi lesioni riportate dalla caduta l'hanno, infine, condotta alla morte.

Ora i magistrati di piazzale Clodio sono però convinti che non si sia trattato di un drammatico incidente ma di un vero e proprio omicidio, così come riportato nelle 17 pagine di motivazioni.

La procura di Viterbo chiedeva l'arresto di Landolfi già dal 15 marzo, ma per il gip Francesco Rigato, le prove non erano sufficienti per l'arresto.

Le prove contro Landolfi

Molte sarebbero le prove contro Andrea Landolfi. In primis l'esito dell'autopsia ha portato ad una ricostruzione della dinamica del fatto che prevederebbe una caduta dall'alto. Il trauma cranico riportato dalla ragazza non sarebbe pertanto compatibile in nessun modo con una semplice caduta dalle scale.

Ma c'è anche una testimonianza molto particolare a raccontare ciò che è avvenuto quella notte dello scorso febbraio. Si tratta del racconto che il figlio di Landolfi, di soli 5 anni, avrebbe fatto ad una psicologa. Il bambino, che avrebbe assistito alla scena, ha mimato il tutto utilizzando un peluche di Topo Gigio.

Sembrerebbe che il Landolfi abbia cercato di abbracciare Maria Sestina e ad un rifiuto di lei, l'abbia sollevata oltre il parapetto e scagliata giù dalle scale. Questa ricostruzione combacerebbe anche con il tipo di ferite e lesioni riportate dalla 25enne. Non sarebbero quindi "caduti abbracciati", come ha sempre sostenuto l'indagato.

Mirella Iezzi, la nonna di Landolfi, era anch'essa presente quella notte ma ha sempre sostenuto la tesi del nipote e quindi ha dichiarato che si è trattato di un incidente. Ma il nipote è anche indagato per un episodio di percosse nei confronti della nonna, pertanto gli inquirenti sono quasi certi che la signora Iezzi abbia mantenuto la versione di Landolfi per paura.

Le testimonianze delle ex fidanzate

Anche il passato del giovane non gioca a favore della sua innocenza. Le sue ex fidanzate, infatti, hanno confermato l'indole piuttosto violenta del giovane: maltrattamenti e sbotti di rabbia non erano avvenimenti rari durante la frequentazione con il Landolfi. Un episodio molto grave è avvenuto anche nei confronti del nonno che sarebbe stato minacciato con un coltello. Ad amplificare questa aggressività e i suoi frequenti attacchi d'ira, potrebbe esserci il vizio del bere. Al momento però Andrea Landolfi resta comunque in libertà. Il suo avvocato, Luca Coccia, confida nella Cassazione, per la quale ha dieci giorni per presentare ricorso, altrimenti il suo assistito sarà definitivamente arrestato.