La Guardia di Finanza di Molfetta ha chiuso il cerchio attorno a numerosi furbetti del cartellino all'ospedale "Don Tonino Bello" sito nella stessa cittadina pugliese. Stando a quanto riportato dall'Ansa, il sodalizio si sarebbe macchiato di episodi di fraudolenta solidarietà. In altre parole, alcuni dipendenti timbravano il cartellino per altri colleghi, i quali avrebbero poi ricambiato il favore in un altro momento.

Questo presunto meccanismo avrebbe consentito a impiegati, medici, paramedici e anche ad un soggetto esterno all'Azienda sanitaria locale di assentarsi dal posto di lavoro.

Il cartellino d'ingresso infatti risultava timbrato, ma la persona interessata era ben lontana dalla struttura ospedaliera.

Su questo presunto sistema di frode ai danni dell'Asl le Fiamme Gialle hanno voluto vederci chiaro e, dopo una complessa indagine, hanno arrestato ben 12 persone ed una con obbligo di dimora. Inoltre, stando ai risultati dell'inchiesta, sarebbero finiti nel mirino degli inquirenti circa 30 individui.

Vari capi d'accusa per gli indagati

Sembra che gli indagati debbano rispondere, a vario titolo, di truffa aggravata ai danni di un Ente pubblico, avendo danneggiato anche economicamente l'Azienda sanitaria presso la quale erano impiegati. Maggiori dettagli sull'operazione messa a segno dai finanzieri saranno illustrati nel corso della mattinata odierna durante una conferenza stampa che si terrà presso la Procura della Repubblica di Trani, titolare del fascicolo d'inchiesta sugli assenteisti al nosocomio molfettese.

Al momento non sono state rilasciate numerose informazioni sull'esito dell'indagine, anche se tra i reati contestati ai presunti responsabili ci sarebbero anche quelli di falsità ideologica (commesso da un pubblico ufficiale), nonché peculato e abuso d'ufficio.

Secondo quanto rivelato dalla testata giornalistica locale online Bari Today, le condotte fraudolente riguardavano sistematiche assenze dal luogo di lavoro, le quali sarebbero state formalmente autorizzate con permessi sindacali o legati alla legge 104/92.

I soggetti avrebbero svolto la loro attività anche in strutture diverse da quelle in cui erano impiegati e si sarebbero allontanati dal posto di lavoro per motivi personali utilizzando anche auto di servizio.

Il direttore della Asl di Bari: 'Licenzieremo i dipendenti se i fatti dovessero essere confermati'

Sulla vicenda, con una nota ufficiale, è intervenuto il direttore generale della Asl di Bari, Antonio Sanguedolce, il quale ha fatto sapere che l'Ente da lui presieduto offrirà la massima collaborazione alle autorità per poter chiarire definitivamente la vicenda.

Inoltre ha ricordato che, in base alla vigente legislazione, chi si macchia di questi reati può essere sospeso dal servizio e licenziato dal posto di lavoro, e questo è ciò che si propone di fare l'Asl qualora le accuse mosse dalla Procura di Trani dovessero essere confermate.