Condannato a sei mesi il sindaco di Milano, Beppe Sala, nell’ambito del processo sull’Expo nel quale era coinvolto. È questo il verdetto del collegio della X sezione penale guidato da Paolo Guidi e composto da tre giudici. Per il sindaco, la pena è stata commutata in un risarcimento pecuniario dell'importo di 45 mila euro.
Il primo cittadino del capoluogo lombardo, all’arrivo in tribunale, era apparso sorridente e tranquillo, nonostante la richiesta della Procura, che aveva chiesto una condanna a 13 mesi per falso ideologico e materiale.
Sala condannato a sei mesi per degli atti retrodatati nel 2012
I fatti contestati a Sala sono legati ai preparativi dell'Expo 2015. Ai tempi, egli era commissario unico e amministratore delegato della società organizzatrice. Secondo l’accusa, il sindaco meneghino aveva siglato – nel maggio 2012 – degli atti retrodatati per sostituire due membri incompatibili della commissione che si sarebbe, poi, aggiudicata l’appalto della ‘Piastra’ di Expo. In particolare, il sostituto procuratore generale Massimo Gaballo contesta a Sala di avere commesso, consapevolmente, un falso: “È del tutto inverosimile che altri abbiano potuto assumere senza l’approvazione di Sala e Paris una decisione così grave, ovvero quella di retrodatare gli atti in questione.
L’ipotesi di un errore materiale nella redazione del primo atto – ha concluso il sostituto pg – è del tutto fantasiosa”.
Come si evince dalla sentenza letta dai tre giudici, la pena inflitta a Sala riguarda solo in parte l'imputazione per falso ideologico che gli veniva contestata.
Secondo il difensore del sindaco, Salvatore Scuto, “ciò che resta un dato non superato è il fatto che Sala non può essere smentito da fatti o testimonianze”.
Per l’avvocato, sarebbe “credibilissimo” il fatto che Sala non abbia mai avuto consapevolezza nella retrodatazione degli atti incriminati. La difesa, adesso, presenterà ricorso contro la sentenza (l'accusa ai danni del sindaco andrà in prescrizione nel prossimo autunno).
Sala dopo la condanna: 'Nessun effetto sulle mie capacità di sindaco'
Poco dopo la condanna, è arrivata una prima reazione a caldo del sindaco Sala, il quale ha affermato che la sentenza non produrrà effetti sulle sue capacità di essere sindaco di Milano: "Assicuro i cittadini milanesi che resterò ad essere il primo cittadino per i due anni che restano del mio mandato. Una sentenza simile, arrivata a distanza di sette anni e per un vizio di forma – ha poi aggiunto Sala – allontanerà tante persone perbene dall'occuparsi della cosa pubblica. In questo momento i miei sentimenti sono negativi, poiché è stato processato il mio lavoro".