Marc Reig Creus, comandante della nave Proactiva Open Arms, e il capo missione della stessa Ana Isabel Mier, rischiano fortemente il rinvio a giudizio con pesanti accuse. La procura di Ragusa contesta ai due responsabili della Ong umanitaria con sede a Barcellona (Spagna) di aver commesso il reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. I fatti contestati si riferiscono ad un episodio accaduto nel mese di marzo del 2018, quando l'equipaggio della nave si trovò al centro di una crisi internazionale dopo aver raccolto dei migranti di fronte alle coste della Libia.

Al comandante della nave venne indicato sia dalla Capitaneria di porto italiana che dalle autorità di Madrid quale porto sicuro l'isola di Malta.

Il comandante contravvenne agli ordini e si diresse verso le coste italiane

Al capitano ed alla sua capo missione viene contestato dalla Procura ragusana di aver deliberatamente ignorato gli ordini delle autorità e di aver diretto l'imbarcazione verso l'Italia senza autorizzazione. Ad aggravare la contestazione il fatto che le autorità maltesi avevano accordato un'attività di "medevac", termine tecnico impiegato per definire un'operazione di evacuazione urgente in caso di passeggeri che necessitano con urgenza cure mediche.

La richiesta di rinvio a giudizio del procuratore capo Fabio D'Anna e del suo sostituto Santo Fornasier è stata motivata sostenendo che vi siano gli estremi per dimostrare lo Stato Italiano sia diventato vittima di una violenza privata fatta per favorire l'immigrazione clandestina.

Ad inchiodare l'ong spagnola ci sarebbero alcune registrazioni effettuate con le videocamere GoPro

Galeotta per la richiesta di andare a processo una frase che il comandante dell'imbarcazione gestita dall'Ong catalana Proactiva avrebbe rivolto ad alcuni migranti raccolti da un barchino in avaria. Vi sarebbero dei video girati con alcune GoPro, le piccole telecamerine che si fissano in genere sopra i caschi, nei quali si ascolterebbe chiaramente la voce di Marc Reig Creus pronunciare la frase "We go to Italy", ovvero "Andiamo in Italia".

Secondo la Procura di Ragusa queste immagini dimostrerebbero la deliberata volontà dei responsabili della nave Open Arms di dirigersi verso le nostre coste a prescindere da quali sarebbero stati gli ordini impartiti loro successivamente dalle autorità nautiche.

Le pene per il reato ipotizzato di favoreggiamento all'immigrazione clandestina sono abbastanza pesanti e nel caso la richiesta venisse accolta sarebbe un duro colpo per le attività dell'Ong.

Giusto qualche settimana fa infatti. la nave Open Arms è tornata in mare per le proprie attività umanitarie e spesso è stata accusata di ignorare le indicazioni delle Guardie Costiere. Se i suoi uomini dovessero andare processo sicuramente dovranno cambiare il modo con il quale operano nel Mediterraneo.