Sono tanti i nomi iscritti nel registro degli indagati dell'operazione denominata "Halycon", portata a termine ieri 31 luglio dai carabinieri del nucleo Ros di Palermo, coordinati dalla locale Procura. L'inchiesta ha sgominato un potente intreccio tra mafia, massoneria locale e amministratori pubblici. In particolare, oltre ai nomi dei due "maestri venerabili" arrestati, Lucio Lutri e Vito Lauria, nelle carte dell'inchiesta ci sarebbe anche il nome dell'ex sindaco di Licata, Angelo Graci (che per ora non risulta indagato), il quale sarebbe stato già ascoltato dai militari dell'Arma.
Lo stesso, sempre secondo quanto emerge dagli atti, il 13 aprile 2017 sarebbe stato intercettato durante un incontro con Giacomo Casa, presunto affiliato allo stesso sodalizio mafioso, e che compare nella lista delle persone fermate ieri. Graci, con la visita effettuata al Casa, voleva informarlo di essersi messo in contatto con l'attuale parlamentare della Regione Siciliana, Carmelo Pullara, in merito alla ricerca di un lavoro per suo figlio. Pullara è indirettamente coinvolto nell'inchiesta. Il colloquio, riferiscono i pm titolari del fascicolo di indagine, fa capire come sia il politico regionale che il Graci fossero a conoscenza del ruolo svolto dal Casa.
Un altro massone
Dagli atti emerge anche un altro particolare, ovvero che il parlamentare regionale Pullara sarebbe stato iscritto anche negli elenchi della loggia massonica "Arnaldo da Brescia" con sede in Licata e di cui era "maestro venerabile" proprio Vito Lauria, quest'ultimo figlio del presunto boss Giovanni Lauria, che era chiamato "il professore".
L'inchiesta ha permesso agli investigatori di accertare anche altri particolari, uno di questi proprio nei confronti del gran maestro della loggia licatese, il Lauria appunto: lo stesso, prima dipendente a tempo determinato presso la società Dms S.r.l. dopo tale colloquio cominciò a lavorare con un contratto a tempo indeterminato presso la Pidiemme Consulting.
Tali episodi clientelari, unitamente alle indagini tecniche svolte dagli inquirenti, permettono di avere un quadro abbastanza nitido delle operazioni che tale sodalizio avrebbe messo in atto per portare aventi i propri affari personali.
Appalti e manipolazione di processi giudiziari
L'inchiesta "Halycon" ha preso origine allorquando gli investigatori cominciarono ad indagare su alcune relazioni intercorse tra il presunto capomafia, Salvatore Seminara, ritenuto al vertice del gruppo dei Caltagirone, ed alcuni esponenti licatesi.
In quell'occasione le indagini delle Forze dell'Ordine si erano concentrate sulla spartizione degli appalti per la costruzione di un grande complesso turistico, e per la demolizione di alcuni immobili, ricadenti questi ultimi sempre all'interno dello stesso comune licatese.