L'eco di Bibbiano si allarga anche alla vicina Svizzera, il leitmotiv é Claudio Foti, psicologo piemontese del centro Hansel e Gretel. L'associazione di Moncalieri (TO) é coinvolta nel caso degli affidi di Bibbiano. Adesso, due deputati svizzeri del Canton Ticino hanno chiesto al loro Governo di fare luce sui servizi svizzeri a tutela dei minori, alla luce di due presunte consulenze effettuate da Foti su due minori in Svizzera. In entrambi i casi, secondo quanto riportato dai deputati, il suo parere avrebbe portato alla sospensione del diritto di visita di uno dei genitori verso i rispettivi figli.
Sospensioni che successivamente, dopo un percorso legale, si sarebbero rivelate ingiustificate.
Consulenze di Claudio Foti anche in Svizzera
I deputati Sabrina Gendotti (PPD) e Matteo Quadranti (PRL) del Canton Ticino hanno chiesto attraverso un'interrogazione al Governo svizzero di approfondire il tema degli affidi in Svizzera. La causa sarebbe da attribuirsi ad un nome comune tra la Svizzera e l'Italia in tema di minori: Claudio Foti. Secondo le pagine digitali di TicinoNews e di Tio che hanno riportato ampi stralci dell'interrogazione, i due deputati hanno portato alla luce i fatti di Bibbiano, in Italia, accendendo una luce sulle ARP svizzere.
Dopo un lungo riassunto delle indagini di Bibbiano, le implicazioni economiche del caso e il presunto modus operandi di alcuni operatori coinvolti, i due deputati hanno notato presunte similitudini anche nel Canton Ticino, nei casi in cui Claudio Foti sarebbe stato coinvolto.
Tanto da scrivere che "in entrambi i casi il suo parere ha indotto le ARP" - l'acronimo sta per Autorità Regionali di Protezione - "a sospendere i diritti di visita tra figli e uno dei genitori". Un provvedimento che, però, dopo lunghe battaglie legali, è stato ritenuto "assolutamente ingiustificato" dalle Autorità di competenza.
Annullamento del procedimento in Svizzera perché i 'fatti non corrispondevano al vero'
Pare, inoltre, che in uno dei due casi la Camera di Protezione del Tribunale d'appello abbia ritenuto opportuno annullare una decisione dell'ARP stessa. Secondo quanto evidenziato dai deputati, essa si "fondava su una perizia" effettuata dall'SPM, ossia il servizio medico psicologico, in cui erano contenuti "fatti che non corrispondevano al vero".
Oltre a questo, i due deputati hanno aggiunto un ulteriore dettaglio alla loro interrogazione, sottolineando come lo psicologo piemontese sarebbe "pure indagato per presunti maltrattamenti verso la moglie e i figli". A valle di questo, quindi, i due politici ticinesi hanno formulato sei domande inoltrate al loro Governo. Nel mirino, le ARP svizzere. A proposito di queste, i deputati intendono sollevare il problema della formazione, delle competenze, dei compiti e dei ruoli degli operatori che orbitano e lavorano nello specifico settore.