Un lungo racconto davanti al personale specializzato in casi di violenza, avvenuto lo scorso 26 luglio presso la stazione dei carabinieri di Porta Garibaldi a Milano. È da questa testimonianza di una ragazza di 19 anni – con madre italiana e padre del Nord Europa – che è partita l’inchiesta sui presunti abusi che avrebbero compiuto in Sardegna quattro giovani della “Genova bene”, tra cui Ciro, il figlio di Beppe Grillo. Il Corriere della Sera ha ricostruito i contenuti della lunga deposizione in cui la vittima ha raccontato la propria versione dei fatti, fermamente contestata dagli accusati.
Tutto è cominciato la sera del 16 luglio, quando la protagonista si è recata in taxi insieme ad un’amica al Billionaire, la celebre discoteca di Flavio Briatore. A quanto pare la sua accompagnatrice conosceva uno dei quattro, che le avrebbe invitate a sedersi con loro al tavolo. Quindi il gruppo avrebbe bevuto parecchio per tutta la sera, soprattutto vodka. Dopo alcune ore le due, ormai sotto i fumi dell’alcool, hanno deciso di lasciare il locale. Ma a quel punto gli altri avrebbero insistito per recarsi insieme altrove per una spaghettata.
Il racconto delle presunte violenze
Nonostante le due amiche non fossero d’accordo, i quattro ragazzi hanno prenotato un furgone che ha accompagnato la comitiva fino all'abitazione di uno di loro.
Dopo il pasto, la 19enne avrebbe iniziato a girare in stato di ebbrezza per casa, non accorgendosi di essere seguita da uno degli indagati. Una volta giunti in una camera da letto, il giovane le avrebbe fatto un’avance piuttosto pesante, insistendo anche di fronte ai ripetuti “no”: quando la vittima ha cercato di fuggire, è stata bloccata e obbligata a subire un rapporto.
Il presunto stupratore sarebbe stato poi raggiunto dagli altri amici: almeno in tre avrebbero abusato di lei, mentre l’altra ragazza presente in casa non si sarebbe accorta di nulla. A provare quanto accaduto ci sarebbe un video girato durante il rapporto, trovato nel telefonino di uno del branco: tuttavia, secondo gli avvocati difensori, proprio quelle immagini testimonierebbero che tutto sarebbe avvenuto col consenso della giovane, appena diplomata in un prestigioso collegio milanese e prossima ad iscriversi all’università.
La denuncia dopo 10 giorni
Un altro elemento che i legali sottolineano è la distanza di tempo tra quanto accaduto e la denuncia: la giovane ha giustificato l’attesa di 10 giorni, prima di rivolgersi ai carabinieri, con il fatto che era sola in Sardegna con l’amica. Quando, poco dopo, i genitori sono arrivati nell’isola, hanno immediatamente notato i comportamenti anomali della 19enne, che alla fine si è confidata con loro. Quindi è arrivata la decisione di denunciare tutto, ma solo una volta rientrati a casa, lontano dal luogo in cui la violenza sarebbe avvenuta, visto che il volo di ritorno era ormai prenotato e nessuno se la sentiva di rimanere ancora lì. Così, davanti ai carabinieri di Milano la giovane ha ricostruito i fatti, facendo anche i nomi dei quattro, compreso quello di Ciro Grillo, figlio 19enne del fondatore del Movimento Cinque Stelle ed astro nascente della savate, una disciplina di combattimento nota anche come boxe francese: inevitabile che i media si siano soffermati sulla sua figura, nonostante i ripetuti inviti degli avvocati a non strumentalizzare la vicenda.