La Squadra Mobile di Brindisi sta chiudendo il cerchio intorno all'autore, o agli autori, dell'omicidio di Giampiero Carvone, il 19enne brutalmente assassinato la notte tra il 9 e il 10 settembre scorsi. Come si ricorderà, il ragazzo fu colpito alle spalle da un soggetto non ancora identificato, il quale avrebbe sparato ben tre colpi d'arma da fuoco, precisamente con una pistola: uno di questi colpì Giampiero alla nuca. La vittima cadde a terra a pochi metri da casa sua, che si trova in uno stabile del rione Perrino dello stesso capoluogo di provincia adriatico.

Il ragazzo non morì immediatamente, ma poco dopo in ospedale, dove fu trasportato in codice rosso. Da allora gli inquirenti non hanno lasciato nulla al caso, passando al setaccio ogni zona del quartiere in questione. Nelle scorse settimane furono fermate quattro persone: si tratta di Stefano Colucello, 28 anni, Giuseppe Lonoce, 37 anni, e i fratelli Eupremio e Aldo Carone, rispettivamente di 21 e 22 anni. Proprio Coluccello, che era già ai domiciliari, in queste ore è stato raggiunto da una nuova ordinanza di custodia cautelare insieme ad un'altra persona, Stefano Sergio, un 20enne. Per loro l'accusa è possesso illegale di armi da fuoco.

Una sparatoria intorno alle 21:00 del 9 settembre

Secondo quanto ricostruito dai poliziotti, coordinati dal capo della Mobile di Brindisi Rita Sverdigliozzi, la sera del 9 settembre, proprio intorno alle ore 21:00, furono sparati alcuni colpi d'arma da fuoco tra via Bradano e via Adige.

Chi ha sparato quella sera avrebbe usato un fucile a canne mozze: gli autori del misfatto sarebbero stati riconosciuti proprio in Colucello e Sergio. I due, secondo la ricostruzione di chi indaga, avrebbero sparato proprio nei confronti di Giampiero Carvone e di un altro soggetto, ritenuti responsabili di un furto di una Lancia Delta che sarebbe stata di proprietà di un parente dello stesso Coluccello.

Poche ore dopo, intorno all'una di notte, il 19enne fu raggiunto dai colpi di pistola nei pressi della sua abitazione sita poco lontano, in via Tevere. Il giovane venne fatto scendere da una persona, anch'essa non ancora identificata. I colpi non furono sparati a bruciapelo, ma comunque da distanza ravvicinata, e due proiettili si andarono a conficcare in una Mercedes Classe A parcheggiata sul marciapiede di fronte al luogo dell'agguato mortale.

La tentata estorsione al papà della vittima

Sempre secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il giorno prima dell'agguato i quattro soggetti arrestati nelle scorse settimane si sarebbero recati proprio a casa di Giampiero e avrebbero tentato un'estorsione ai danni di suo padre. Gli indagati avrebbero preteso una somma di circa diecimila euro per poter ripagare i danni che Giampiero avrebbe fatto alla Lancia Delta in quanto, molto probabilmente subito dopo il furto, lo stesso avrebbe avuto un incidente. Su questa circostanza si continua comunque ad indagare. Non è escluso che nelle prossime ore ci possano essere ulteriori novità su questo atroce delitto, che ha sconvolto la stessa città di Brindisi ma anche tutta la regione Puglia.