Nuove, fortissime tensioni in tutta la Catalogna dopo le condanne che la Corte suprema spagnola ha inflitto ieri, lunedì 14 ottobre, a 12 leader indipendentisti. Tra i condannati vi sono l'ex vicepremier Oriol Junqueras, l'ex speaker del parlamento catalano Carmen Forcadell e i leader indipendentisti Jordi Sànchez e Jordi Cuixart. Per tutti e 12 i condannati le pene vanno dai 9 ai 13 anni per i reati di sedizione e appropriazione indebita. Nuovo mandato di arresto per Carles Puigdemont che non si trova più in Spagna ma che ha trovato rifugio in Belgio.
Scontri e proteste a Barcellona e in tutta la Catalogna
Subito dopo le condanne, nella giornata di ieri moltissimi catalani si sono riversati nelle piazze. La folla, inferocita, ha protestato in tutta la Catalogna. Le proteste più ampie sono arrivate da Barcellona, dove migliaia di persone sono scese a protestare in plaza Catalunya e nell'aeroporto internazionale di El Prat. Qui le tensioni (e i disagi) maggiori: migliaia di manifestanti hanno infatti occupato prima la linea metropolitana e poi hanno tentato di entrare all'interno dell'aeroporto. Qui i manifestanti sono stati caricati dai Mossos de Esquadra (la polizia catalana) che, dopo diverso tempo, sono riusciti a riportare la situazione alla normalità.
Anche oggi, martedì 25 ottobre, sono state molte le persone a scendere nuovamente in piazza in tutta la Catalogna. Come ieri, tuttavia, gli scontri più violenti si sono verificati a Barcellona. Ancora una volta molti disagi si sono verificati nell'aeroporto internazionale di Barcellona di El Prat, dove sono stati cancellati 45 voli.
Violenti scontri si sono verificati in tutta la Catalogna. Pesante il bilancio dei feriti: 171 tra manifestanti (131) e agenti dei Mossos de Esquadra (40). In particolare, un manifestante avrebbe perso un occhio mentre un altro un testicolo (come riferito dai media locali).
Il premier spagnolo predica la calma
Il rischio, in queste ore, è che la tensione tra Madrid e Barcellona possa tornare ai livelli altissimi dell'ottobre 2017 (quando la Catalogna indisse unilateralmente un referendum sull'indipendenza).
Per questo il premier spagnolo Pedro Sanchez ha utilizzato una linea morbida nel commentare le condanne: "È necessario avviare un dialogo con la Catalogna affinché si apra un periodo di pace". Molto dure sono, invece, le reazioni alla condanna da parte dei separatisti. Su tutti Puigdemont, sul quale da ieri pende un nuovo mandato di arresto: "Necessario reagire contro le condanne per il bene della Catalogna". Dichiarazioni, quest'ultime, che fanno temere che le tensioni in Catalogna possano prolungarsi ancora per parecchio tempo.